Veicoli da smaltire, l’Ue fissa regole più rigide su riciclo e responsabilità dei produttori
di Andy Woodrook
Il Consiglio Ue ha adottato la posizione comune sul nuovo regolamento: estensione a mezzi pesanti, più plastica riciclata, Epr rafforzata

Il Consiglio dell’Unione europea ha adottato la propria posizione comune sul nuovo regolamento per i veicoli a fine vita. L’obiettivo è rafforzare il riuso e il riciclo dei materiali attraverso una progettazione più sostenibile, una responsabilità estesa dei produttori e nuovi obblighi su plastica riciclata e gestione del fine vita. Si attende ora la posizione del Parlamento europeo per avviare la fase negoziale che porterà, entro il 2026, all’approvazione definitiva.
Estensione ambito – Il nuovo regolamento, rivisto dal Consiglio, amplia significativamente il proprio raggio d’azione. Non solo automobili e furgoni, ma anche mezzi pesanti, motocicli a due e tre ruote, quadricicli, ambulanze e camion dei vigili del fuoco rientrano nelle nuove disposizioni. Questi veicoli dovranno essere progettati in modo da facilitare la rimozione, lo smontaggio e il trattamento dei singoli componenti. Saranno inoltre richieste strategie di circolarità e l’etichettatura dei materiali per migliorarne il tracciamento e la gestione.
Plastica riciclata – Una delle modifiche principali rispetto alla proposta iniziale della Commissione riguarda i target di contenuto minimo di plastica riciclata nei nuovi veicoli. Il Consiglio propone una progressione più graduale: 15% entro sei anni dall’entrata in vigore del regolamento, 20% entro otto anni, 25% entro dieci anni. La proposta originaria prevedeva invece il raggiungimento del 25% già entro sei anni. È prevista inoltre la possibilità di fissare obiettivi anche per altri materiali riciclati, tra cui acciaio, alluminio e materie prime critiche.
Responsabilità produttori – Il regolamento interviene in modo deciso sul sistema di responsabilità estesa del produttore (Epr), introducendo una maggiore flessibilità per tenere conto delle specificità regionali e delle normative nazionali già esistenti. I produttori dovranno sostenere i costi di trasporto dei veicoli a fine vita dal punto di raccolta fino agli impianti di trattamento, anche per i veicoli di produttori scomparsi o sconosciuti, in proporzione alla loro quota di mercato. Per i veicoli importati da Paesi terzi, i costi saranno a carico degli importatori. Per camion e motociclette, l’Epr coprirà l’intera filiera del fine vita, non solo raccolta e smaltimento.
Documentazione usato – Per evitare che veicoli a fine vita vengano immessi nel mercato dell’usato, il Consiglio propone nuove norme documentali, con deroghe e specifiche eccezioni, a tutela dei consumatori e del corretto smaltimento. La tracciabilità dei mezzi sarà un elemento centrale del nuovo quadro normativo.
Impatto ambientale – Secondo le stime della Commissione europea, il nuovo regolamento potrebbe portare entro il 2035 a una gestione più corretta di 3,8 milioni di veicoli, alla riduzione di 12,8 milioni di tonnellate di emissioni di CO₂ all’anno e a un risparmio economico di 2,9 miliardi di euro. In termini di risorse, si prevede il riciclo di 5,4 milioni di tonnellate di materiali, comprese 350 tonnellate di materie prime critiche.
Industria e risorse – Il settore automobilistico europeo consuma il 19% dell’acciaio (circa 7 milioni di tonnellate all’anno) e il 10% della plastica (6 milioni di tonnellate), oltre a notevoli quantità di alluminio, rame, gomma e vetro. Con circa 6 milioni di veicoli che ogni anno raggiungono il fine vita, la revisione delle norme punta a incidere su uno dei comparti a maggiore intensità di risorse e impatti ambientali.
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