Università di Genova, il rettore Comanducci: "Ripartenza con posti in aula ridotti del 70%"
di Chiara Sivori
Iscrizioni in aumento nonostante l'emergenza Covid 19. Lezioni in presenza per le matricole: "Devono poter prendere confidenza con l'ateneo"
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Lo scorso semestre, segnato dall'epidemia da Covid 19 e dal lockdown che ha costretto tutti gli atenei d'Italia ad un enorme sforzo organizzativo per contiuniuare a garantire il diritto allo studio, è stata una prova difficile anche per l'Università degli studi di Genova, che in questi giorni si sta preparando a riaccogliere in aula gli studenti.
"Siamo riusciti nel giro di una settimana a passare online la quasi totalità dei nostri insegnamenti, grazie all'impegno dei docenti, dei tecnici informatici e alla comprensione degli studenti. Data la situazione ce la siamo cavata, la rispsota dell'università italina all'emergenza Covid è stata ottima ". Il rettore dell'Università degli Studi di Genova, Paolo Comanducci, intervistato da Telenord, traccia un bilancio tutto sommato positivo dei giorni del lockdown, nonostante l'inedita situazione di emergenza che tutto il mondo accademico si è trovato ad affrontare.
Per la ripartenza dei corsi di laurea, l'università di Genova ha deciso di privilegiare gli studenti appena iscritti nel frequentare in presenza le lezioni. "Le matricole devono poter prendere confidenza con il nuovo ambiente di studio e vedere i professori", spiega Comanducci. "Abbiamo ridotto l'accesso alle aule del 70%, che quindi potranno essere occupate solo al 30% della normale capienza, anche perché nella maggior parte degli spazi i banchi non si possono spostare e non è possibile garantire il distanziamento se non facendo sedere gli studenti a scacchiera".
Nonostante l'emergenza coronavirus, le iscrizioni sono in aumento rispetto all'anno scorso. "Non abbiamo ancora dei dati certi sul perché, ma credo che in questa situazione di incertezza sanitaria molte famiglie genovesi abbiano preferito che i figli rimanessero a studiare qui. Inoltre abbiamo fatto molte campagne di orientamento per far conoscere il nostro ateneo che credo abbiano avuto succcesso ", dichiara Comanducci. "In più, bisogna tener conto di una particolarità del nostro ateneo: siamo la seconda università in Italia per numero di studenti stranieri, che frequentano soprattutto le lauree magistrali e provengono da paesi molto lontani, come l'India e la Cina. Questi studenti hanno apprezzato la possibilità di frequentare le lezioni da remoto e di poter pianificarencon più calma l'arrivo in Italia senza rimanere indietro con gli studi".
Un aspetto della vita universitaria che è mancato molto agli studenti in tempo di lockdown è il poter accedere alle biblioteche e alle aule studio. La "fame" di luoghi adeguati per poter studiare si è rivelata in tutta la sua gravità durante i mesi di lockdown, quando intere famiglie e tanti coinquilini si sono trovati a dover lavorare e studiare condividendo spazi ristretti e connessioni internet non sempre all'altezza. Il rettore rassicura: "Abbiamo intrapreso una riapertura progressiva di aule studio e biblioteche: siamo partiti con la consultazione dei testi, poi siamo andati avanti aprendo uno spazio per studiare per ogni polo universitario. Prevediamo di riaprirle progressivamente nei prossimi mesi, sperando che la situazione sanitaria rimangano sotto controllo. Vogliamo dare chi studia da noi la possibilità di socializzare e confrontarsi, naturalmente in sicurezza: del resto, un'università vuota, senza studenti, non è un'università".
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