Un'altra area che risorge, segnale positivo per Genova
di Fabio Canessa
2 min, 58 sec
Il Punto di Paolo Lingua
Il Palasport della Fiera è stato certamente un edificio interessante e suggestivo, ma ha sempre avuto, in più di mezzo secolo di vita, un impiego parziale e non sempre felice.
Cominciamo dai difetti: non è mai stato funzionale, per esempio, agli spettacoli e ai concerti perché aveva (ed ha tutt’ora) un audio disastrato e non recuperabile. E’ stato difficile usarlo per manifestazioni anche artistiche ne commerciali, quando non c’erano avvenimenti fieristici, perché tutto sommato i genovesi erano poco inclini ad andarci. Anche per lo sport al coperto non ha avuto vita fortunata.
All’inizio ha ospitato un po’ di atletica indoor, nella stagione invernale, ma soprattutto ha avuto alcuni punti di successo ai tempi in cui la boxe faceva pubblico. Ha segnato alcune clamorose vittorie di Bruno Arcari. Ma nel frattempo sono trascorsi decenni. Certamente in alcune occasioni degli anni felici della Fiera è stato una spazio ben sfruttato: basterebbe ricordare i Saloni Nautici e l’Euroflora. Ma è indubbio che l’impiego non è mai stato rapportabile al ruolo e allo spazio occupato.
Il declino della Fiera, ridotta ormai a poche iniziative e progetti assai differenziati che, oltre al palazzo della Nira, ormai atterrato, prevedono profonde trasformazioni dell’intera area, ha imposto un complesso ripensamento.
Va preso dunque con ottimismo l’annuncio della società CDS Holding spa, che ha vinto la gara bandita dalla Spim (per conto del Comune di Genova). Il contratto di acquisto sarà siglato entro il 30 settembre. Da quel che si è appreso il progetto della società acquirente prevede lavori impegnativi soprattutto all’interno del Palasport puntando al recupero delle attività sportive di ogni genere possibile, ma anche la duttilità di ospitare altre iniziative di carattere commerciale, culturale, espositivo. Si parla anche di spettacoli, ovviamente modificando, se possibile, i difetti congeniti della struttura.
L’annuncio, accolto con entusiasmo dalle istituzioni, è un passo ulteriore per la realizzazione di quello che viene definito il Waterfront del Levante sulla base del disegno predisposto circa due anni fa da Renzo Piano. Si spera che il Palasport ristrutturato possa offrire chances che in passato non era stato possibile agguantare.
L’opzione scattata oggi ufficialmente è, in qualche modo, da collegarsi agli altri lavori in corso nell’area. In primo luogo la demolizione del Palazzo ex Nira ormai non più utilizzabile per alcuno scopo e l’intervento in corso di ristrutturazione e di ritorno al disegno originale degli anni Trenta dell’edificio della Foce (contiguo alla Fiera) utilizzato come officina meccanica e automobilistica e persino per ospitare migranti per qualche decennio.
Ora, nei passaggi successivi, si dovrà valutare l’impiego degli edifici rimasti ancora inutilizzati e degli ex uffici che ospitavano l’Ucina e l’amministrazione fieristica, oggi fusa con il Porto Antico. Si è parlato (ma sono sorte perplessità) di un canale che attraversi l’area di fronte al Palasport per accogliere imbarcazioni da diporto, anche perché nel disegno iniziale di Renzo Piano si puntava ad unire e collegare attività commerciali a passaggi turistici e panoramici della zona della Foce.
Anche il passaggio dell’ultima parte della Sopraelevata è oggetto di studi e di riflessioni. E’ indubbio che le istituzioni debbono mettere a punto un progetto organico e armonico che faccia sintesi e offra una novità per lo sviluppo di Genova che è il “dream” del sindaco Marco Bucci (e non solo di lui) e che è collegato a molti altri progetti di ripresa e di ricrescita dopo anni di crisi e di disastri.
L’area fieristica è stata un emblea del boom economico partito dagli anni Cinquanta e che è durato sino alla fine degli anni Ottanta. E’ uno spazio nato per dare segnali positivi. Speriamo.
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