Tutti i progetti della Liguria
di Paolo Lingua
La calza della Befana politica, in questi giorni di ripresa dopo la pausa di Natale e di Capodanno, si annuncia ricca di progetti e di promesse. Si tratterà di verificare, caso per caso, se ancora una volta si tratterà solo di parole e di slogan, oppure di disegni concreti e realizzabili in tempi credibili. In queste ore il primo decollo è del ministro dei trasporti Paola De Micheli che, per quel che riguarda la Liguria, è tornata su due temi per noi liguri eterni: la Gronda e il ribaltamento a mare.
Per quel che riguarda la Gronda, la ministra ha ribadito che per il Governo e per gli uffici del suo ministero, il progetto è uno solo, ovvero quello ormai considerato il “primo”. Ciò vuol dire che le possibili “riscritture” richieste dall’area del M5s e anche dall’estrema sinistra dei partitini, avversi comunque al progetto in generale, non sono neppure prese in considerazione. Potrebbe essere una buona notizia, sempre che il ministro De Micheli sia in grado di far decollare i due progetti senza pause e ulteriori tempi morti per ridiscutere o riscrivere.
Ma per il momento le dichiarazioni del ministro sono solo una manifestazione di volontà. Quali saranno però i tempi? E non potrebbero emergere, vista l’opposizione a livello governativo interno, zeppe, ricorsi e nuove opposizioni? La situazione non è così semplice come pare, perché i passaggi di approvazione sono ancora numerosi e poi l’attuale legislazione in materia può presentare infiniti casi di opposizione e di blocco dei lavori.
I percorsi di Genova sono vischiosi in generale, con gioco di veti incrociati a tutti i livelli, ma la situazione si fa più incerta in questo periodo alla vigilia del voto regionale, anche perché su questi temi le posizioni - in particolare a sinistra – del Pd e del M5s sono decisamente opposte e le posizioni del Pd sono condivise dal centrodestra, mentre la linea dei grillini è sorretta dai partitini dell’estrema sinistra. Forse più positiva e concreta appare l’azione del gruppo Gavio che è titolare della gestione dell’Autostrada dei Fiori. In questi giorni sono confermati i lavori, peraltro già annunciati e in parte in corso, per la ricostruzione del tratto crollato della A6 in seguito a una frana. Per l’azienda il tratto crollato potrebbe essere ricostruito entro la prima decade di marzo. Sarebbe, ma in questo caso l’auspicio è più concreto, un obiettivo importante, soprattutto se, contestualmente, fossero messi a punto tutti gli interventi di messa in sicurezza della rete autostradale ligure (A26, tutto l’asse Genova-Savona-Ventimiglia, Camionale e passaggi sui rami che vanno da Nervi a Chiavari sull’asse del levante), tenendo presente che, con quasi assoluta certezza, il passaggio sul ponte Morandi dovrebbe essere percorribile al più tardi per la fine di giugno. Infine si staglia sull’orizzonte della Liguria e di Genova in particolare la complessa vicenda dell’ex Ilva. La magistratura ha concesso il mantenimento in funzione dell’altoforno n.2” di Taranto di cui, per giochi dei diversi palazzi di giustizia operanti sul caso, si temeva la chiusura. Il che significava la cassa integrazione la possibile perdita di altri 3500 posti di lavoro, con ricadute non solo sul maggior stabilimento in Puglia ma anche su Genova e su Novi Ligure.
Ora la situazione sembra un po’ migliore, ma l’assetto definitivo della gestione della siderurgia è ancora in alto mare. Tra commissari, governo, sindacati e direzione di Arcelor Mittal il confronto è ancora in alto mare. Si punta, ma è tutto da vedere, a una gestione “mista” in parte pubblica e in parte di Arcelor Mittal con un mantenimento accettabile dell’occupazione. Ma i lavoratori che non si fidano mantengono lo stato di agitazione. Si tratta con carte in gran parte coperte. Le prospettive non sono ancora ottimali.
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