Trieste, il presidio dei portuali per Zeno D'Agostino
di Marco Innocenti
Il grazie del presidente: "E' finita la fase della rabbia. Adesso restiamo tutti uniti e usiamo la testa"
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Mentre da Roma si tenta di mettere la classica "pezza" sull'affaire D'Agostino, che dopo la sentenza dell'Anac ha visto alzarsi un polverone del quale sinceramente non si sentiva proprio il bisogno, specie in questo particolare periodo, a Trieste (e non solo) continuano ad arrivare attestazioni di stima per il decaduto presidente dell'autorità portuale. La nomina express a commissario di Mario Sommariva, già segretario generale del porto giuliano, ha sancito la volontà della ministra De Micheli di garantire continuità operativa ad uno degli scali più in salute del nostro paese ma non ha comunque potuto tappare del tutto lavoragine apertasi dopo la notifica del provvedimento di Anac.
Ieri, sabato 6 giugno, D'Agostino ha salutato i tanti portuali riunitisi per chiedere un intervento che garantisca un suo rapido reintegro. Sotto a striscioni che recitavano "Trieste, portuai e Zeno non se toca", decine di lavoratori del porto si sono riuniti in presidio per chiedere che D'Agostino torni ad essere il loro presidente e, al suo arrivo, lo hanno accolto come una star, con applausi a scena aperta, cori da stadio e addirittura qualche fumogeno.
"Mi fa impressione perché qui sono l'unico disoccupato - ha scherzato D'Agostino - Intanto grazie a tutti voi perché qua abbiamo bisogno di tutti. Quei signori là che non si sa chi sono, son potenti e quindi c'è bisogno di restare tutti uniti. Se qua verrà qualcuno, chiunque esso sia, vuol dire che sarà dalla nostra parte. Questa è la prima cosa che vi chiedo: non dividiamoci perché in questi giorni non avete idea di quante cose sono arrivate al mio cellulare. Sarebbe l'errore più grosso quello di dividerci. E' passata la fase della rabbia, della tristezza, anche del pianto e di tante brutte cose però, come col Covid, adesso si passa alla fase 2. Che prima di tutto vuol dire che serve sempre che il porto lavori ma anche il cominciare a spostare cuore e pancia e usare la testa".
"Adesso spostiamo l'attenzione - ha ribadito D'Agostino - Facciamo capire che non è più una cosa solo dei portuali. La città c'è, i cittadini ci sono quindi forse non è più questo lo spazio. io continuerò a venire a Trieste anche se ora non ho nemmeno più un ufficio ma se ci sarà qualche altra iniziativa che coinvolgerà la città non potrà che farmi piacere, facendomi capire che non sono solo di fronte a quello che mi è arrivato giovedì pomeriggio. Ma come ho detto c'è la fase 2. Adesso stanno lavorando gli avvocati per presentare il ricorso lunedì o martedì al Tar del Lazio".
"Se c'è qualcuno, adesso è in poltrona ed è tranquillo - ha contrattaccato D'Agostino - Perché lui lo sa, sfogatevi che dopo tanto arriva il momento ed è là che dovremo aspettare certi signori. Quando pensano che la rabbia ormai sia passata. E per esserci in quel momento lì, vuol dire che bisogna passare dalla pancia alla testa. La testa serve adesso perché questo porto ha lavorato finora perchè ci ha messo la testa, al contrario di quello che pensano altri, che credono che in questo porto le persone non servano a nulla. Qua si è dimostrato il contrario di quello che ci insegnano gli altri: abbiamo dimostrato che questo porto funzione e la gente ne è orgogliosa".
"E poi il cuore, mai dimenticarselo perché qua ce n'è tanto - ha aggiunto - Cuore ma anche la testa. Non fate l'errore di sfogarvi adesso e di non esserci anche dopo, perché questa è una cosa che andrà lunga e, se mi volete veramente bene, dovrete esserci anche dopo. E per esserci anche dopo bisogna avere la testa. E tutti uniti. In questi giorni sono stato tanto male ma anche tanto bene perché tutte le cose che ho visto mi hanno fatto tanto bene. So anche che potrò anche perdere ma so che, oltre alla mia famigliache naturalmente mi è sempre vicina, ne ho anche un'altra a cui voglio un bene pazzesco".
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