I problemi del ponte

di Paolo Lingua

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Il Punto di Paolo Lingua

I problemi del ponte
L’ex ministro dei trasporti e protagonista di Mani Pulite, Antonio Di Pietro, è stato sentito dalla magistratura genovese che indaga sulle responsabilità del crollo del Ponte Morandi come “persona infornata dei fatti”. Di Pietro si occupò della concessione alla società Autostrade per l’Italia e non fu un fautore del Terzo Valico. All’uscita dall’incontro con gli ex colleghi magistrati s’è limitato a commentare che la questione del crollo del ponte ha tre aspetti di responsabilità, ovvero “politica, istituzionale e personale” e che soltanto quest’ultima interessa l’indagine giudiziaria. E’ ovvio, ma la questione resta complessa e sarà riproposta dopodomani anche all’altro ex ministro del settore, Graziano Delrio. La magistratura, evidentemente, vuole capire come si è mosso, nel corso degli anni, il ministero competente e come si siano organizzati i dirigenti e funzionari nei confronti della società Autostrade. Si cerca di capire se, a livello istituzionale, ci siano state omissioni di controllo da parte del Governo nei confronti della Società Autostrade per l’Italia. La situazione è alquanto complessa, perché dopo il crollo il ministro Toninelli ha dichiarato guerra alla Società Autostrade annunciando la procedura di revoca della concessione. Ma le Autostrade hanno annunciato una opposizione alla revoca e hanno presentato ricorso al Tar per essere stati esclusi dalle opere di demolizione e di ricostruzione. Come era prevedibile, la situazione è complessa, tanto è vero che il ministro Toninelli, dopo aver espresso tutta la sua soddisfazione per il decollo, quantomeno ufficiale, dell’azione di demolizione e dell’assegnazione alle imprese che effettueranno la ricostruzione, ha messo i puntini sugli “i” per i tempi e ha detto, senza mezzi termini, che sarebbe più che soddisfatto se il ponte potrà funzionare entro la prima metà del 2020, una data che certamente andrebbe bene a tutti i genovesi, terrorizzati dall’ipotesi d’una ricostruzione in tre - quattro anni che sarebbe esiziale per le sorti dell’economia della città e del territorio. Sulle altre grandi opere pubbliche Toninelli tace, perché all’interno del M5s c’è non poca agitazione per le scelte del Governo che sono in netto contrasto con gli annunci e con la propaganda elettorale dei “grillini” la cui ala più radicale è sempre stata contraria ai progetti di nuove autostrade e di linee ferroviarie ad alta velocità. Ma su questo tema, forte della doppia vittoria sulla ricostruzione rapida del ponte e della ripresa dei lavori sul quinto lotto del Terzo Valico, è tornato il sindaco-commissario Marco Bucci il quale ha riaperto il discorso sulla cosiddetta “Gronda” ovvero il raddoppio soprattutto lunga la linea urbana di Genova  del sistema autostradale. Bucci ha alluso all’ipotesi più riduttiva del percorso previsto, ma ha ribadito che si occuperà della questione nei primi mesi del 2019. Sul piano dei rapporti politici e degli equilibri di Governo, Bucci sa benissimo che la Lega è nettamente favorevole alle grandi opere e in particolare anche alla realizzazione della Gronda, fin troppo in ritardo nel decollo, anche per eccessi di prudenza tattica dei governi precedenti  a cominciare da quelli di centrosinistra. Se la Lega continuerà a crescere sia nei sondaggi ma soprattutto nei passaggi elettorali amministrativi e alle elezioni europee della prossima primavera, lo spazio di movimento del M5s si restringerà, con un rischio più che probabile di crisi governativa e di nuove elezioni in autunno. A questo punto le opposizioni alla Gronda (e anche ad altre opere pubbliche in Italia) saranno travolte. E Bucci, per quel che riguarda Genova, avrà mano libera per attuare il suo ambizioso progetto di rilancio dell’economia del territorio   forte d’un sistema di comunicazioni e di logistica di cui non è mai stato possibile fare leva in passato. Bucci, pur non essendo politicamente identificato, in quanto manager esterno ai partiti, cooptato alla candidatura a sindaco, è vicino alla Lega e particolarmente ben visto dal viceministro dei trasporti, il ligure Edoardo Rixi che in questi mesi si è dato da fare per attenuare gli stop e le impennate del ministro “grillino” Toninelli. La partita è complessa e delicata. La rapidità della ricostruzione del ponte sarà la vera “prova del nove” per comprendere le future leadership di Genova e della Liguria.

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