Tey e Manfredi consegnate la Sampdoria (gratis) a Roberto Mancini, saprà cosa fare

di Maurizio Michieli

4 min, 57 sec
Tey e Manfredi consegnate la Sampdoria (gratis) a Roberto Mancini, saprà cosa fare

Dopo essersi salvata per il rotto della cuffia dalla serie C nello spareggio con la Salernitana - peraltro con merito sul campo - al termine di una stagione in cui i difetti principali della squadra erano risultati la difesa colabrodo e l'incapacità di segnare, la Sampdoria è stata "rinforzata" dietro con un giovane proveniente dalla serie C italiana e con un biconvalescente prelevato dalla B tedesca e davanti con un attaccante che in due anni e mezzo ha realizzato due reti. E' un ragionamento tecnico terra terra, quasi "volgare", esattamente come le sette reti incassate in tre giornate di campionato dai blucerchiati, gli appena due gol fatti (a partite ormai compromesse e con gli avversari in gestione di gara) e già l'ultimo posto in classifica collezionato.

Questa spruzzata di "saggezza" di mercato è stata condita dall'accompagnamento alla porta di chi nel finale di stagione ci aveva capito qualcosa - la triade Evani, Lombardo, Gregucci "inventata" dal deus ex machina Roberto Mancini col supporto dirigenziale del figlio Andrea e di Gianni Invernizzi - per sostituirli con un neofita un po' presuntuoso e dal curriculum traballante (Massimo Donati) che adesso però rischia di diventare il primo caprio espiatorio dell'ennesima annata maledetta. Già, perché se la Sampdoria negli ultimi tre anni ha perso circa la metà delle partite disputate, pur avvicendandosi allenatori, dirigenti e calciatori, fermo restando il minimo comune denominatore della proprietà-società, significa che il Problema con la p maiuscola non è la pagliuzza ma la trave. Chi compie le scelte e le attua, chi mette la Samp prima nelle mani di Alessandro Messina (un carneade come dirigente ma attivo come intermediario di calciatori attraverso la sua agenzia Acm) poi in quelle di Nathan WalKer (titolare di dell'agenzia di scommesse Fun88 neanche autorizzata in Italia e nemmeno più attiva in Inghilterra perché non avrebbe offerto le garanzie richieste al rispetto delle normative antiriciclaggio).

L'arrivo di Jesper Fredberg, uomo di calcio sebbene se non di primo piano e neofita del calcio italiano pure lui, era sembrato andare nella direzione di un pur blando cambiamento ma si è rivelato presto soltanto un ritocco cosmetico. Il dirigente danese, oltre ad affidare le sue scelte al famigerato algoritmo, ha utilizzato gli unici soldi messi a disposizione dal finanziatore Joseph Tey (poco meno di 500 mila euro) per prendere Narro e Coubis, ha affidato la panchina a un allenatore mandato allo sbaraglio e probabilmente anche, diciamo così, "malleabile", si è reso infine protagonista di un monologo post mercato a tratti imbarazzante nei contenuti per la misura che ha dato della non conoscenza dell'ambiente blucerchiato e della sua reale portata.

Ecco perché se Joseph Tey (e con lui Matteo Manfredi, che è ridimensionato nel ruolo ma è pur sempre il presidente della Sampdoria e vincolato strettamente attraverso Gestio Capital al finanziatore di Singapore) vuole evitare un'altra catastrofe sportiva e conseguentemente anche finanziaria deve trovare il coraggio di consegnare la Sampdoria - società e squadra - all'unica persona in grado di guidarla e forse salvarla da un crudele destino: Roberto Mancini. Consegnarla gratuitamente - sia chiaro- e con il pieno di risorse per concludere la stagione e correggere a gennaio gli errori di mercato. Magari Tey capirà pure che se c'è competenza e interesse di cuore, non servono neanche così tanti soldi come pensa per tenere a galla una squadra in serie B. Basta un po' di sale in zucca, per dirla sempre volgarmente.

Io non so se Roberto sia interessato a una prospettiva del genere. So solo che l'anno scorso - da fuori - lo ha fatto. So solo che con il Cesena l'ho visto soffrire allo stadio dietro a un vetro con suo figlio e Gianni Invernizzi. So solo che di calcio ne capisce più di Donati, Walker e Fredberg messi insieme. So solo che ha relazioni ovunque e ovunque è stimato, come professionista e come uomo. So solo che a Genova e dintorni una sponda locale per sostenere economicamente la Sampdoria esiste e si è già attivata anche per organizzare un azionariato simil popolare tra imprenditori sampdoriani: tiene le fila l'economista Andrea Pericu, si sono interessati Alessandro Novi, Aldo Sutter, Davide Rossi (che con la sua sponsorizzazione ha tenuto in piedi larga parte del settore giovanile della Samp) e molti altri nell'ombra ma pronti a uscire allo scoperto di fronte a un progetto serio.

So solo che, ovviamente, tutto questo non basta e serve soprattutto un grande investitore. Ma so anche che se la la Sampdoria non viene venduta (che valore ha se non quello intangibile della sua storia e del suoi tifosi?) ma viene consegnata - con l'impegno da parte di chi la acquisisce a far recuperare nel tempo una parte dell'investimento a chi in buona fede inizialmente ha creduto nell'operazione, denotando tuttavia strada facendo una totale carenza di know how calcistico - l'investitore c'è (non facciamo nomi per non bruciarli). Anche perché, bilancio alla mano, i numeri (per quanto non buoni), non sono quelli sventolati da Cellino.

Ma è chiaro che un tonfo in serie C sarebbe insostenibile e di questo passo la strada è tracciata, inutile nascondersi dietro al dito della terza giornata di campionato. Qui è tutto sbagliato, è tutto da rifare, direbbe il grande Gino Bartali. E soltanto un altro grande può riuscire nell'impresa titanica di ribaltare la situazione, Roberto Mancini. Mettendoci competenza, passione e cuore. Non certo soldi. Ma solo invertendo la rotta e spezzando la spirale perversa dei risultati negativi figli dell'incompetenza e dell'approssimazione si possono recuperare anche i denari. Così si continua a perderli, dal tappo dei risultati e dalla spina delle casse sociali. Una follia. Serve un atto di coraggio da parte di Tey o di chi lo governa. Si affidi, l'uomo di Singapore, a chi la Sampdoria la conosce, la ama e la potrebbe proteggere dalla discesa all'inferno. Stavolta senza ritorno.

 

 

 

Per restare sempre aggiornati sulle principali notizie sulla Liguria seguiteci sul canale Telenord, su Whatsapp, su Instagramsu Youtube e su Facebook.

Altre notizie

La Sampdoria in serie C e la Mala Gestio
Il commento

La Sampdoria in serie C e la Mala Gestio

14/05/2025
di Maurizio Michieli