La Sampdoria in serie C e la Mala Gestio

di Maurizio Michieli

3 min, 39 sec

Un disastro annunciato che viene da lontano ma non troppo. In un silenzio inquietante

La Sampdoria in serie C e la Mala Gestio

Da "Grazie Manfredi e Radrizzani di averci salvati" al Triplete al contrario (retrocessione di Prima squadra, Primavera e Women) è un attimo. Meno di due anni. Se a ciò aggiungiamo un bilancio chiuso con 40,6 milioni di perdite, il quadro è ancora più sconfortante. Anche se non si può proprio dire che si tratti di una sorpresa, di un'improvvisata. Tanti e tali sono stati, sin dall'inizio, i buchi neri di questa operazione Sampdoria. Solo che non si sono visti. O non si sono voluti vedere. Oppure si sono visti e si sono "dimenticati" per scelta, come nel nostro caso. E spiego perché.
Chi scrive nel febbraio del 2019 aveva cercato di evidenziare in anticipo i guasti (senza con questo omettere di sottolinearne anche i meriti innegabili) della gestione Ferrero e di ciò che alla lunga avrebbero comportato ma aveva rimediato da un lato querele (poi vinte) e dall'altro insulti e accuse di disfattismo, perché "sul piano dei risultati non puoi dirgli niente e poi tutto sommato negli ultimi tempi è un po' meno pagliaccio".
Chi scrive, supportato dal collega Stefano Rissetto, aveva successivamente smascherato, attraverso un profondo, faticoso e serio lavoro "investigativo", il peraltro goffo tentativo della banda del buco, sospinta da fattucchiere, oracoli domestici, profili social farlocchi di ereditiere siliconate, leoncini da tastiera e truppe… cammellate, sfruttando ignobilmente vulnerabilità terminali, di impadronirsi della Sampdoria, immaginate a quale scopo. Anche in questo caso, però, rimediando soltanto scorte di Polizia (a proposito, grazie) e l'accusa di "sabotatori di sceicchi", ovvero difensori degli equilibri che sarebbero stati sconvolti dall'irruzione in città dei miliardari mediorentali.
Così quando sulla scena si sono materializzati sceicchi veri, è apparso naturale fare loro strada. Già perché non si può dimenticare che la cordata Radrizzani-Manfredi - poi diventata Manfredi-Radrizzani e quindi Manfredi-Tey - ha sbaragliato la concorrenza del ticket Garrone-Barnaba (quello di Merlyn Partners e del Lille in Champions League) in virtù del fatto di essersi presentata, con tanto di lettera ufficiale di accompagnamento, come rappresentante di Qatar Sports Investments. Un nome tanto convincente quanto sparito nel nulla una volta vinta la "gara d'appalto".
Primo campanello d'allarme. Il secondo fu l'avvicendamento, mai motivato, tra il "presidente" in pectore di Livigno (Andrea Radrizzani), colui che mise i sei milioni per sfilare la società a Massimo Ferrero, con il secondo presidente-gestore, Matteo Manfredi, ex commercialista dello stesso Radrizzani, oggi manus agens del misterioso proprietario di Singapore Joseph Tey.
In mezzo la girandola di dirigenti (Legrottaglie, Andrea Mancini, Accardi, ancora Andrea Mancini), allenatori (Pirlo, Sottil, Semplici, Evani), l'icona Giovanni Invernizzi tolta e ripresa, il "monumento" Roberto Mancini chiamato al capezzale nel momento più disperato e disperante, nel mezzo di tutto un direttore generale denominato board advisor, Alessandro Messina, prelevato dai Samp Camp e dalla sua attività di gestione procure calciatori in virtù di un'amicizia personale con il presidente. Pochi mesi fa, non a caso, invocavamo l'ingaggio di un direttore generale esperto e conoscitore delle dinamiche calcistiche. Perché l'incompetenza è un difetto, non una colpa ma la presunzione sì. Invece è proseguita una gestione dilettantistica, anzi, dilettantesca. Nonostante la buona volontà di tante brave persone, di tanti bravi professionisti che hanno lavorato e lavorano in Sampdoria e ai quali oggi va il nostro pensiero e la nostra solidarietà e amicizia. In questi 23 mesi abbiamo osservato, registrato, senza nemmeno criticare più di tanto. Perché questo passava il convento, perché questo andava bene a tutti, perché in questo si sperava sino all'ultimo per il bene supremo dell'U.C. Sampdoria 1946.
Ma il calcio è una cosa seria, "la più importante tra le cose meno importanti della vita". Dire "ci saremo anche in serie C" significa non avere compreso che la tua mission (io direi missione, obiettivo, scopo ma va bene tutto) è fare, produrre risultati. E con essi sentimenti ed emozioni. Come quelli di Samp-Salernitana. Lo specchio dell'incuria e della Mala Gestio è racchiuso nel fatto che nessuno della società, dopo la disfatta di Castellammare, si sia presentato pubblicamente non per chiedere scusa (è inutile e retorico) ma per esprimere una parola di doverosa circostanza, per testimoniare una presenza e soprattutto per annunciare i tempi e i modi della prima mossa, indipendentemente da quella che sarà. Personalmente ne riesco a immaginare una sola. Ma ne parleremo, se ne parleremo.

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