Caro Franco (Ordine), è Vieira che ha fatto venire mal di testa a Fabregas

di Gessi Adamoli

3 min, 30 sec
Caro Franco (Ordine), è Vieira che ha fatto venire mal di testa a Fabregas
“Pigliate ‘na pastiglia, siente a me…”. Renato Carosone ed una delle sue popolari canzoni sono il modo migliore e più leggero per rispondere a Franco Ordine che al Derby del lunedì aveva consigliato al Genoa ed ai suoi tifosi a prendersi una pillola perché il Como gli avrebbe fatto venire il mal di testa. A Franco va dato atto che solo chi ha il coraggio di esporsi facendo un pronostico poi lo può sbagliare, al contrario di certi opinionisti/buonisti che parlano bene di tutto e di tutti e che così quando il giocatore x azzecca finalmente una partita, perché anche l’orologio guasto due volte al giorno segna l’ora esatta, esplodono nel classico: “Ecco, l’avevo detto che andava aspettato, bisognava solo dargli tempo!”.
 
Ma nel calcio moderno tempo ce n’è sempre meno. Lo sa bene Vieira che già alla terza di campionato deve fare punti: per la classifica ma anche per quell’autostima che è fondamentale per tenere il gruppo motivato. Abbandonati così in fretta certi velleitari sogni estivi, manda in campa un Genoa pratico e determinato. È questa la strada arrivare il più in fretta possibile a quei 40 punti che sono l’obbiettivo dichiarato anche dal presidente Sucu nel corso dell’incontro al Palazzo della Borsa. Così, sulla falsariga di Zanoli lo scorso anno, sulla destra all’ala c’è Norton Cuffy, un terzino, con Ellertsson dalla parte opposta a svolgere i compiti che erano di Miretti. È un Genoa duro (Ostigard dovrà però per il futuro cercare di limitare certi eccessi agonistici) e coriaceo che prende l’avversario a uomo in ogni zona del campo e cerca di limitarne il palleggio.
 
Il Genoa si conferma una squadra che ti fa giocare male e questo, attenzione, è sicuramente un grande merito. Gioca un primo tempo sporco ed estremamente efficace e limita la potenzialità offensiva del Como che in occasione della precedente gara interna con la Lazio aveva prodotto palle gol in quantità industriale. Non dimentichiamoci che di fronte c’erano una squadra che nell’ultimo calciomercato ha investito più di 100 milioni ed un’altra che invece ne ha incassati 52 e speso zero.ò
 
L’uno a zero è frutto di un’invenzione di Nico Paz,
 
servito ahinoi da Colombo (e qui i ragazzi metterebbero l’emoticon della faccina disperata con le mani nei capelli). E se davvero nessuno è profeta in patria come può pensare di esserlo il giovane Lorenzo nella terra che ha dato i Natali al navigatore che ha scoperto l’America?
 
La cicala Como però non ha saputo chiudere la partita, così è arrivato l’inverno e non ha cantato più. Il finale è stato tutto della formichina Genoa anche quando le squadre erano in parità numerica (Ramon, espulso all’88’ per una entrata brutta e scomposta anche se il piede non era alto, tra Var e proteste ci ha messo due minuti per uscire). Il pareggio di Ekuban è stato strameritato, poi il Genoa ha avuto per due volte l’opportunità di chiudere la partita con Ekhator e soprattutto con Vazquez che ha colpito di testa a colpo sicuro ma ha recapitato la palla tra le braccia del portiere.
 
Siccome sono i rari i casi dove vige la meritocrazia come nel calcio, Ekuban si è guadagnato sul campo quella maglia da centravanti titolare che al momento né Vitinha né Colombo hanno dimostrato di meritare. Al di là del gol è stata apprezzata una rincorsa a perdifiato, da area ad area, per stoppare un contropiede del Como. I piedi non sono saranno raffinati ma lo spirito è quello giusto.
 
Ora la mission di Vieira sarà trovare una collocazione a Carboni in modo da poter sfruttare al meglio lo straordinario talento dell’argentino.
 
Intanto, tornando all’iniziale concetto dell’autostima, ora il trittico Bologna-Lazio (in casa)-Napoli mette meno ansia.
 

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