Sampdoria, vietato sbagliare: Marino o un altro, ma si intervenga
di Maurizio Michieli
L'unica mossa possibile è l'ingaggio di un direttore generale esperto che supporti il mercato di gennaio e affronti le dinamiche di un club prestigioso e complesso come quello blucerchiato
Sconfitta con il Pisa al termine di una partita giocata persino bene, 20 miseri punti in classifica, quintultimo posto in piena zona play out serie C. Il 2024 della Sampdoria si chiude nel peggiore dei modi e quella che doveva essere la stagione della rinascita si sta trasformando in un vero e proprio incubo, come accaduto soltanto due volte nella gloriosa storia del club blucerchiato. Fortuna volle che entrambi i precedenti si conclusero non solo con la permanenza in B ma pure con l'arrivo di Paolo Mantovani nel 1979 e di Riccardo Garrone quasi 25 anni dopo. Come ha sottolineato il mio amico e collega Stefano Rissetto (uno che per la Samp soffre sempre con immensa passione), chissà che non si verifichi il vecchio adagio del due senza il tre. E, detto da lui che solitamente è più realista del re, suona come un bellissimo augurio di Capodanno. Basterebbe persino che si realizzasse soltanto una delle due cose, ovvero la salvezza.
Dopodiché, al netto di questo, la Sampdoria è al punto che non può più permettersi di sbagliare un colpo. Lo affermano i numeri. Servono almeno 26/27 punti nel girone di ritorno per non rischiare. E bisogna farli sul campo, laddove la Samp negli ultimi tre anni e mezzo ha perso circa la metà delle partite disputate. Ecco perché il mercato di gennaio diventa cruciale. E' una via senza ritorno. Giusto o non giusto affidarlo a Pietro Accardi che in estate non ci ha azzeccato? Io credo che un direttore sportivo, tanto più se arrivato dalla serie A e riconosciuto come un talento, non possa e non debba essere giudicato da una sola sessione operativa, tra l'altro ancora condizionata dai paletti finanziari. Ma è altrettanto vero che avergli dato carta bianca non ha prodotto i risultati tanto attesi e, soprattutto, l'errore di assumere Sottil si è rivelato di quelli difficili da perdonare, al punto che la fiducia è in discussione. E' bastato un onesto Semplici per dimostrare che, nonostante il ko con il Pisa, questo organico sia in grado di fare un po' meglio di quanto espresso sinora sia da Pirlo che dal suo immediato successore.
Ecco perché da tempo sostengo che buttare via il bambino con l'acqua sporca non sia la soluzione e debba essere trovato, almeno per quest'anno, un compromesso efficace. Come? Affiancando ad Accardi un direttore generale con grande esperienza di calcio e di dinamiche calcistiche. Ruolo che in questo momento, sia pure come board advisor (consulente esterno), ricopre Alessandro Messina. Nei confronti del quale - sia chiaro - ho nulla da rimproverare a livello personale ma che non penso (e il rumors viene proprio dagli ambienti in cui opera e dalle persone con cui viene a contatto) non possieda (ancora) l'esperienza per guidare una società e una squadra complesse come la Sampdoria. Beppe Marotta, quando arrivò a Genova, aveva già lavorato a Varese, conquistato una promozione con il Venezia e guidato l'Atalanta.
Credo che il presidente Matteo Manfredi sia in buona fede. Certo, qualcosina deve ancora spiegare: perché il primo presidente in pectore (così tutti lo chiamavano a Livigno) Andrea Radrizzani sia sparito dai radar di Bogliasco (dove peraltro al via del primo campionato aveva arringato la folla con il megafono) e perché la stessa fine l'abbia fatta Qsi (Qatar Sports Investments), in nome del quale (con tanto di comunicato ufficiale) era stata condotta la trattativa di acquisizione della Sampdoria. Non che ci sia necessariamente qualcosa di grave in questo, ma un po' di chiarezza andrebbe fatta, proprio per non alimentare dubbi e perplessità sui benemeriti investitori di Singapore subentrati dopo. Nonostante questo, da quando si è insediato alla presidenza, Manfredi non ha lesinato risorse, ha onorato tutti gli impegni finanziari, portato avanti i lavori a Bogliasco, assunto un ds in voga e ascesa, ha acconsentito al cambio di tre allenatori e pare disposto a mettere sul piatto ulteriori denari per il mercato di riparazione.
Proprio per questo penso che sia il primo ad avere interesse che le cose girino e l'investimento nella Sampdoria si riveli tale e non un salasso, con il rischio di vedersi chiudere i rubinetti (oltre ai finanziatori orientali, ci metto anche Banca Sistema, che diede il là all'operazione con il prestito convertibile). Anche se non sa di calcio (e non parlo di moduli o caratteristiche tecniche, ma di dinamiche), Manfredi non sarà uno spovveduto e avrà tutto l'interesse a intervenire prima che sia troppo tardi per rimediare.
Basterà un direttore generale? Non lo so, ma non vedo molte alternative a questa mossa. Sarà Pierpaolo Marino? Di certo è stato sondato, fa questo mestiere da una vita, ha ottenuto anche risultati prestigiosi, superato difficoltà e saprebbe come affrontare una situazione ai limiti del drammatico. Lui come magari qualcun altro che potrà essere nei pensieri della proprietà in queste ore (gira anche il nome di Petrachi). Di certo il margine di errore è ridottissimo e da adesso in poi per la Sampdoria e per il bene dei suoi tifosi è vietato sbagliare. Chiunque ci riesca, sarà il benvenuto. Al resto si penserà dopo. Senza rimandare i conti, perché non devono esserci ombre o pagine torbide nella Samp. Ma prima di tutto deve venire il mantenimento di una categoria che per l'U.C. Sampdoria 1946 rappresenta il minimo sindacale di dignità.
Nella foto: Pierpaolo Marino.
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