Terza borsa di studio in ricordo della studentessa genovese morta su un bus in Spagna

di Michele Varì

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Svolta nelle indagini: ci sarà un processo. Ma quei viaggi senza regole non si sono fermati

Terza borsa di studio in ricordo della studentessa genovese morta su un bus in Spagna

Pubblicato il terzo bando della Regione Liguria per borsa di studio in ricordo di Francesca Bonello, la studentessa genovese morta nel 2016 su un bus in Spagna insieme ad altre 12 studentesse dell'Erasmus
La borsa di studio di 5 mila euro è rivolta agli studenti di Medicina, la facoltà di Francesca, che presenteranno una tesi di laurea sperimentale su tematiche inerenti alle problematiche sanitarie dei Paesi in via di svuluppo. 
Alla presentazione della borsa di studio, con alcuni docenti, l'assessore alla Cultura della Regione Ilaria Cavo e Paolo Bonello, padre di Francesca, c'erano i due studenti che hanno vinto le due precedenti edizioni, il torinese Norberto Miletto, che con i fondi è andato a Madagascar, "dove non esiste una sanità pubblica" ha ricordato, e la milanese Gaia Brenco, che ha fatto un'esperienza nell'ospedale di Maccalè, in Somalia, "fra le migliori sanità dell'Africa, anche se non comparabile con quelle europee, basti dire che usano i nostri farmaci scaduti" ha ricordato.
Il papà di Francesca al termine della presentazione della borsa di studio si è detto soddisfatto della recente svolta delle indagini sulla tragedia in Costa Brava: "Dopo due tentativi di archiviare l'inchiesta noi familiari delle vittime siamo riusciti ad convincere i giudici spagnoli ad andare al processo, certo nessuno ci ridarà le nostre figlie, ma almeno avremo giustizia".
Come si ricorderà l'autista del bus subito dopo la tragedia aveva ammesso che era stato vittima di alcuni colpi di sonno e le ragazze scampate alla morte confermarono che l'andamento del viaggio era stato "a strappi" , come se l'autista non fosse in condizioni psicofisiche adeguate per condurre il veicolo. Non solo: il conducente, visibilmente stanco, era stato visto più volte prendere aria dal finestrino, come se faticasse a tenere gli occhi aperti. Sotto accusa anche la compagnia di noleggio dei pullman che impose al conducente un viaggio di decine di ore quasi senza pausa. Condizioni di viaggio che, nonostante la strage dell'Erasmus, pare, vengano ancora tollerate nei viaggi da turismo in costa Brava.