Terapia monoclonale in Asl2, Savona e Albenga tratteranno 20 pazienti a settimana

di Marco Innocenti

Anselmo: "Grande efficacia dimostrata soprattutto nei pazienti ad alto rischio di veder evolvere l'infezione in malattia grave"

Dopo l'arrivo delle prime 26 fiale e quello, successivo di altre 40, anche in Asl 2 ha preso il via la somministrazione dei nuovi farmaci anticovid con anticorpi monoclonali. "E' importante perché viene somministrata a pazienti in fase inziale dell'infezione, che non hanno ancora una sitnomatologia importante - spiega il dottor Marco Anselmo, direttore della struttura di malattie infettive dell'ospedale San Paolo di Savona - Soprattutto sono in fase iniziale di malattia, entro i primi 10 giorni dall'inizio dei sintomi. Per questo gli anticorpi riescono a bloccare l'adesione del virus alle cellule umane con la proteina spike. Così il virus non trova la strada per infettare le cellule umane e l'infezione si arresta sul nascere".

Una terapia, quella con le monoclonali, destinata però a pazienti specifici. "L'utilizzo di questa terapia innovativa è stabilita seguendo le precise norme dell'Aifa - prosegue il dottor Anselmo - Riconosciamo pazienti in forte sovrappeso, che effettuano dialisi o emodialisi, pazienti anche molto giovani con immunodeficienze primitive o pazienti con problematiche emato-oncologiche. L'ultima schiera sono poi i pazienti oltre i 55 anni con co-morbosità tipo diabete o ipertensione non controllati. Stessa cosa per i pazienti con patologie respiratorie non correlate al covid. Questi sono tutti pazienti che consideriamo ad alto rischio di una progressione dell'infezione da covid in malattia grave".

Tipologie di pazienti che, proprio per la loro fragilità specifica, potrebbero trarre grandi benefici da questa terapia, che può arrivare a ridurre drasticamente sia l'ospedalizzazione che il rischio di morte.