Tentò di uccidere la compagna a Sori, si suicida in carcere

di Redazione

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Era stato proprio a lui, sette giorni fa, a chiamare le forze dell'ordine autodenunciandosi. La donna è sempre ricoverata

Tentò di uccidere la compagna a Sori, si suicida in carcere

Nei giorni scorsi aveva aggredito con una spranga la compagna nell’abitazione di Sori, ieri si è tolto la vita dentro il carcere di Marassi.

La tragedia si è consumata a sette giorni esatti dal giorno in cui era stato trovato dai carabinieri vicino alla donna sdraiata sul letto. Era stato proprio a lui a chiamare le forze dell'ordine autodenunciandosi. La donna si trova sempre ricoverata all'ospedale San Martino.

L’uomo ha atteso che i detenuti che erano con lui in cella andassero all’ora d’aria, verso le 15, e dopo avere predisposto le ante della finestra in modo da occultare la vista al personale di sorveglianza si è ucciso impiccandosi alle grate della finestra.

Come sapete, abbiamo sempre detto che la morte di un detenuto è sempre una sconfitta per lo Stato - spiega Michele Lorenzo, segretario nazionale per la Liguria del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE. Il fatto è grave e si colloca in un quadro complesso degli istituti penitenziari della Liguria: ricordo che le carceri regionali sono pressoché quotidianamente protagoniste di proteste, di vari tentati suicidi sventati in tempo dalla Polizia Penitenziaria e di moltissimi atti offensivi verso la Polizia penitenziaria. Le carceri della Liguria non possono più reggere il peso dell’indifferenza dell’Amministrazione penitenziaria, senza un Provveditorato regionale a Genova (autonomo ad operare, che non dipenda da Torino come è oggi) e senza un carcere a Savona: è indispensabile incontrarci e capire cosa non funziona, ma è ovvio che le cause del suicidio possono essere innumerevoli. Certo è che quest’uomo, che pare avesse qualche problema psichiatrico, forse era più opportuno che venisse assegnato ad una Rems che non in un carcere.”