"Sulla Concordia salvai una coppia di sudcoreani: un ricordo indelebile"

di Edoardo Cozza

Gian Carlo Moreschi, capo del nucleo sommozzatori di Genova, andò al Giglio il giorno dopo il naufragio: "È un aneddoto che allietò quelle ore di fatica"

Gian Carlo Moreschi, capo del nucleo sommozzatori dei vigili del fuoco di Genova, fu testimone e partecipe delle operazioni di soccorso e salvataggio prima e di recupero poi a seguito del naufragio della Concordia in quel di Isola del Giglio. Un evento avvenuto 10 anni fa: "Compresi subito la gravità della notizia - afferma Moreschi nel suo ricordo a Telenord - e il mattino dopo fu subito chiaro a tutti la portata della cosa. Trovai la disponibilità di altri colleghi sommozzatori e partimmo subito per il Giglio, imbarcandoci poi per raggiungere l'isola. Vedere questa nave sbandata fu forte, un'immagine alla quale è ancora difficile abituarsi. Demmo assistenza ai colleghi che stavano facendo ispezione sulla parte emersa con tecniche alpinistiche, noi invece trovammo e salvammo una coppia di sposini sudcoreani che era al primo giorno di crociera e lo visse così. Poi seguirono altre operazioni di salvataggio". 

Quel salvataggio, oltre che un lieto fine, ha anche un risvolto lieto e leggero: "La donna - racconta Moreschi - chiese il cellulare a un collega per comunicare alla famiglia che lei e il marito erano vivi, sani e salvi. La comunicazione durò una ventina di secondi, con una compostezza e una misura decisamente lontane da ciò che mi sarei atteso e da ciò che, per cultura, viviamo e abbiamo noi come popolazioni latine in generale. Ero ammirato e sorpreso da questa cosa, la ricordo con piacere".