Sul filo di partenza la squadra dei ricostruttori del ponte
di Paolo Lingua
3 min, 26 sec
Il Punto di Paolo Lingua
Il ponte sul Polcevera, anello fondamentale di comunicazione del sistema autostradale di Genova e delle vicine regioni Lombardia e Piemonte sarà ricostruito dal sistema di imprese Salini Impregilo, Fincantieri e Italferr. Sarà ricostruito in acciaio e non più in cemento armato e recupererà il disegno di Renzo Piano, non sappiamo se con quale modifica. Si sono confermate le previsioni della vigilia e, in un certo senso, vedendola sotto la prospettiva - metaforica – degli “archistar” Renzo Piano avrebbe vinto la nuova edizione della “battaglia di Calatrava” (1212, prima vittoria dei regni cristiani sui regni islamici della Spagna).
Infatti, il progetto che vede l’immagine “spot” di Piano ha avuto la meglio sulla serie di progettazioni del gruppo italiano Cimolai di Pordenone, che avevano il supporto del segno di Santiago Calatrava. Il sindaco-commissario Marco Bucci, in questo contesto, appare soddisfatto. E’ sicuro della serietà del progetto, ma conta, e non sbaglia sotto molti punti di vista, ha puntare sulla fretta. In tutta la vicenda il tempo è prezioso – non ci stancheremo mai di ripeterlo – per la ripresa del sistema di comunicazioni della Liguria e dell’Italia, con conseguenze strategiche per l’Europa. Bucci teme ricorsi e trappole burocratiche anche se la legge della ricostruzione ha semplificato i passaggi, ma non li ha aboliti del tutto. C’è un “via libera” alle operazioni di demolizione del lato occidentale del ponte, sia pure sotto il controllo della magistratura inquirente (Gip e Procura della Repubblica), mentre la magistratura ha rallentato le operazioni, più complesse perché prevedono la demolizione anche d’un centinaio di appartamenti, di demolizione sul lato orientale, anche perché non sono completate le rilevazioni probatorie sulle cause del disastro.
E’ un tema su cui sono già cominciate le discussioni su come interpretare le analisi degli esperti (si disquisisce sulle condizioni degli stralli come causa o no determinante del crollo), ma si tratta pur sempre di questioni che andranno avanti per via giudiziaria, mentre sarà ricostruito il ponte. Ora che la squadra ricostruttive è idealmente sul piede di partenza, con la benedizione delle istituzioni e delle categorie economiche locali, nonché del sempre titubante ministro Toninelli, una volta tanto sorridente, tutti si chiedono quali saranno i tempi reali della ricostruzione, quantomeno sulla carta, dal momento che gli incidenti di percorso sono in buona parte imprevedibili. Secondo il sindaco-commissario Marco Bucci per il 31 marzo prossimo (data emblematica e simbolica) dovrebbero decollare i lavori di ricostruzione, anche se forse tutta la demolizione (lato est del vecchio ponte) non sarà completata. Il ponte, di fatto, potrebbe essere finito tecnicamente per il dicembre 2019 e funzionare nella rete autostradale entro i primi mesi del 2020. Ovviamente siamo nella ipotesi più ottimistica, quella sulla quale tenacemente Bucci insiste. Ma lo fa, quasi certamente, per dimostrare che non mollerà sui tempi, combattendo idealmente metro per metro. E’ un atteggiamento necessario e obbligato perché in Italia i veti incrociati, i dissensi e le pastoie burocratiche sono nemici fisiologici sempre in agguato. Lo dimostra ancora in questi giorni la vicenda del Terzo Valico per il quale sono stati persi ancora mesi inutilmente per inseguire la gratuita procedura costi-ricavi. Ora il Terzo Valico va verso il quinto lotto, sospinto dalla stragrande maggioranza dell’opinione pubblica della Liguria e del Nord Ovest, mentre gli stessi componente di questo partito ideale senza confini aspettano il via libera per la “Gronda”. Ma torniamo al ponte da ricostruire: forse i tempi di Bucci sono troppo schematici, ma sarebbe certamente da auspicare il pieno funzionamento entro il primo semestre del 2020. Nel frattempo dovranno restare in funzione tutte le alternative di percorso urbano che con uno scatto di reni e con un pizzico di fantasia fatta risorge nere le istituzioni locali hanno messo in piedi in pochi mesi. La disperazione, qualche volta, è geniale. Con l’autostrada rimessa in funzione e una rete di passaggi più efficiente il sistema trasporto e viaggio potrà effettuare quello scatto di reni necessario per potenziare, porto, aziende e turismo e puntare davvero alla crescita del sistema-Genova che avrà il suo coronamento con la conclusione del Terzo Valico. E’ la verta scommessa d’un territorio che ha nella logistica la sua chiave di crescita in un periodo storico di cambiamenti vorticosi.
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