Superba e Carmagnani: il gioco dei quattro cantoni
di Paolo Lingua
Il Punto di Paolo Lingua
Il viceministro dei trasporti Edoardo Rixi ha alluso a una soluzione concreta e possibile dello spostamento delle società Superba e Carmagnani da Multedo, dove sono collocate da più di mezzo secolo, alla nuova diga del porto di Genova che sarà realizzata nei prossimi anni. L’ipotesi che raccoglie una proposta già avanzata, sia pure generalmente, del M5s, potrebbe avere una qualche consistenza, anche se, per ovvii motivi, sono necessarie una serie di valutazioni, in margine ai temi di sicurezza, vista la natura delle due aziende.
Facciamo un passo indietro: da tempo, anche dietro istanza degli abitanti di Multedo, si chiede lo spostamento delle due imprese, per motivi si sicurezza ambientale. Nel corso degli ultimi anni, anche tra polemiche anche aspre, sono emerse diverse ipotesi.
La prima riguarda la collocazione al posto del settore carbonifero, ormai chiuso, nei pressi della Lanterna. Ma sono sorte opposizione legate all’importanza della localizzazione storica, nonché della possibilità di collocarvi invece una parte delle attività del gruppo Spinelli decisamente non pericoloso, per non parlare dell’opposizione da parte degli abitanti di quella zona di Sampierdarena.
Un “no” secco è venuto anche dall’area Prà-Voltri perché si era ipotizzato di collocare le due imprese sulla diga di quello scalo.
Una terza possibilità era emerse per il recupero d’uno spazio ex Ilva a Cornigliano. Ma in questo caso sono emersi dubbi sulla vicinanza all’aeroporto e, come sempre, sono emerse proteste di residenti della zona.
Sulla vicenda le istituzioni genovesi (il Comune in particolare) ma soprattutto la presidenza del Porto si sono barcamenate, rendendosi conto che, bene o male, una soluzione doveva trovarsi. Nessuno però, vista la situazione generale della città, in particolare dopo il dramma del ponte Morandi, sembrava incline ad andare incontro alla impopolarità.
Ora, piano piano, da parte dei due partiti di governo, Lega e M5s, sembra adombrarsi una quarta possibile soluzione. In effetti, rispetto alla situazione di Prà l’ipotesi di collocare Superba e Carmagnani a ridosso delle nuova diga che dovrebbe staccarsi di oltre cinquecento metri rispetto alla soluzione attuale apparse più sicura, ma non sono state messe a punto precise verifiche. Inutile dire che occorrerà valutare rischi di sicurezza, ancoraggio, solidità, spazi, comunicazioni e tutta una serie di caratteristiche che rimuovano ogni possibile rischio.
Il ragionamento e i possibili dibattiti però, al di là della proposta del viceministro Rixi, che in genere è più prudente che avventuroso, sono spostati, per forza di cose, al momento in cui si conoscerà, nei dettagli, il progetto completo della diga foranea più al largo e come e in che modo sarà collocata, tenendo presente che sono previsti anche non trascurabili per dimensioni dragaggi dei fondali per consentire l’ingresso in porto delle unità di ultima generazione che hanno dimensioni e pescaggi assai maggiori degli attuali.
Inutile poi nascondersi dietro a un dito: la vicenda del potenziale spostamento della Superba e della Carmagnani ha animato a Genova un complicato e contraddittorio dibattito nel quale si sono intrecciati anche complessi interessi che hanno frenato di fatto qualunque decisione da parte delle istituzioni. I vertici del porto e della città, se fosse accolta l’opzione della diga ancora da costruire (ci vorranno un po’ di anni), potrebbero, per dirla con linguaggio da bar, “prendere fiato” e guadagnare tempo, cosa che non sembra dispiacere a nessuno.
Nel frattempo, per quel che riguarda le aree del porto ancora da assegnare si potrebbero individuare scelte economicamente più proficue (per investimenti e occupazione) e certamente prive di qualsiasi pericolo. Aspettiamo le prossime mosse.
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