Statua Giorgio Parodi vandalizzata, la nipote Elena: "Autogol di chi si professa antifascista"
di Marco Innocenti
"Indossa la divisa dell'aeronautica, nessun richiamo a fascismo o colonialismo. Spero si possa mettere una pietra tombale su queste polemiche"
"Spero che questo sia il mio ultimo intervento e che si possa posare una pietra tombale sulla vicenda di una statua che nulla ha a che fare con il fascismo o il colonialismo". Così Elena Bagnasco, nipote di Giorgio Parodi, uno dei fondatori dello storico marchio Moto Guzzi, la cui statua è stata inaugurata a maggio, suscitando fin da subito polemiche e discussioni, culminate con l'atto vandalico rivendicato dal gruppo Genova Antifascista, che ha imbrattato la statua con della vernice marrone. "Non si trattava di escrementi - precisa la nipote - ma resta comunque un gesto vile e incommentabile. Come famiglia siamo stati colpiti negli affetti per tanta cattiveria verso una persona che non ha fatto nulla di quello di cui lo si accusa".
"Quella che indossa nella statua è la divisa dell'aeronautica, con molti simboli che ancora oggi si trovano sulle uniformi, rimaste così fino agli anni '90. E' stata una mia scelta, a testimonianza dell'amore di mio nonno per il volo, una scelta che rivendico personalmente. Tengo poi a precisare che Giorgio non prese mai parte ad azioni militari contro le popolazioni civili. Invito quindi chiunque a documentarsi sulla persona e sulla vita di mio nonno. Vedere ingiurie pubbliche e diffamazione non è mai piacevole. Ho visto persone gridarci 'vi diciamo noi chi era Giorgio Parodi' ma cosa ne sanno chi era Giorgio? Dove si sono documentati? Io mi sono resa sempre disponibile a fornire documenti ufficiali e testimonianze scritte sulla vita di mio nonno".
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