Spettacolo, Pirondini: “Venti anni di soprusi, serve una svolta nei diritti dei lavoratori”

di M.C.

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Il senatore M5S denuncia il precariato nel settore e propone concorsi anche per i vertici delle Fondazioni liriche

Spettacolo, Pirondini: “Venti anni di soprusi, serve una svolta nei diritti dei lavoratori”

Ha il tono di un atto d’accusa il post pubblicato da Luca Pirondini, senatore del Movimento 5 Stelle, che richiama l’attenzione sulle condizioni dei lavoratori dello spettacolo negli ultimi vent’anni. Una lunga lista di soprusi e ingiustizie, spesso “normalizzate”, che secondo l’esponente pentastellato hanno caratterizzato il settore, lasciando profonde ferite nella vita professionale di musicisti, ballerini e tecnici.

Precariato – Pirondini denuncia le pratiche delle Fondazioni che per decenni non hanno bandito concorsi, ricorrendo a rapporti a tempo determinato sfruttati al limite della legge. “Quanti ispettori hanno detto: devo staccarti il contratto, sennò maturi i diritti?”, si chiede il senatore. E ancora: “Quante promesse di stabilità solo per evitare cause in tribunale, poi mai mantenute e procrastinate per anni?”.

Storie paradossali – Tra i casi riportati, ballerini a cui la stabilità è stata riconosciuta solo due anni prima della pensione, con un assegno mensile di 848 euro, oppure professori d’orchestra chiamati a lavorare per vent’anni con contratti frammentati per impedirne la rivendicazione di diritti. “Poi abbandonati da un giorno all’altro per mettere a bando quel posto. Dopo vent’anni!”, sottolinea Pirondini.

Inversione di rotta – Per il parlamentare M5S la responsabilità è diffusa e serve “una decisa inversione di tendenza” affinché il settore non venga definitivamente compromesso. “Bisogna aumentare i diritti di chi lavora e smetterla di pensare che ogni piccola concessione sia un regalo. Occorre tornare a pensare in grande e affidare questo ambito a persone capaci e competenti”.

La provocazione – Pirondini lancia infine una proposta: “Forse i concorsi andrebbero fatti anche per Sovrintendenti, Presidenti e Direttori artistici, perché non si capisce come mai, persone scelte per via fiduciaria, possano poi decidere la vita lavorativa di chi invece deve giustamente superare un concorso per ottenere un posto”.

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