Spaccio nel Tigullio: la droga occultata sottoterra in barattoli

di Michele Varì

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Operazione Volpe dei Balcani: arrestati dai carabinieri di Sestri 16 spacciatori

Spaccio nel Tigullio: la droga occultata sottoterra in barattoli

Sedici spacciatori, 14 albanesi e due italiani, arrestati in due anni, un  chilo di droga sequestrata, perlopiù cocaina. 
E' il bilancio dell'operazione Volpe dei Balcani conclusa nelle scorse ore con gli ultimi sei arresti dai carabinieri della compagnia di Sestri Levante grazie al coordinamento del sostituto procuratore Federico Manotti.

La droga proveniva dai Balcani e veniva occultata in vasetti chiusi in modo ermetico sepolti in grosse buche scavate nel terreno, nell'entroterra di Chiavari, come fanno le volpi dei Balcani per nascondere i propri piccoli quando di recano a caccia. 
I pusher avevano clienti in tutto il golfo del Tigullio. Imprenditori e operai, ma anche giovanissimi studenti. 
L'indagine dell'Arma conferma che la criminalità albanese è ancora molto radicata nel Tigullio come aveva svelato già un'indagine della polizia negli anni '90 con decine di arresti che aveva permesso di smantellare un'associazione organizzaata in stile mafioso. Allora l'affare era lo sfruttamento delle prostitute che si vendevano sul lungomare. Ora, con quasi la scomparsa delle "lucciole", che lavorano solo nelle abitazioni e grazie ad inserzioni on line, il business è la droga.
Quasi tutti gli arrestati avevano un lavoro di copertura, spesso nel mondo dell'edilizia, uno dei due italiani, Francesco Gaglioti,  invece, faceva il giardiniere a San Colombano Certenoli.
Come hanno spiegato oggi il comandante provinciale dell'Arma di Genova Gianluca Feroce e il capitano Luca Mechili, comandante della compagnia di Sestri Levante (nella foto da sinistra), l'indagine è partita dopo l'arresto di uno spacciatore, Taulan Hoxaj, nel 2017:  il pusher dopo il fermo era stato subito sostituito dall'organizzazione, quasi come a rimettere in piedi uno scacchiere. Non solo: per contattare i clienti e parlare fra di loro gli spacciatori usavano schede telefoniche intestate a persone fittizie
Da lì militari capirono che si trattatava di una vera banda. E da lì sono arrivati tutti gli altri arresti, sino agli ultimi sei di oggi, cinque grazie a misure cautelari, un'altra per spaccio in flagranza di reato. Altre quattro persone sono state indagate a piede libero per spaccio perchè il loro ruolo è ritenuto marginale. Grazie alle ordinanze in galera sono finiti, oltre Toulan e Gaglioti, anche Bledar Maskay, suo fratello Erjon Maskaj ed Geront Aliant, mentre il pusher arrestato in flagranza è l'altro italiano, Giuseppe Zanoni, di Borzonasca, trovato in  possesso di 200 grammi di marijuana