Silvia Salis guiderà anche la Città Metropolitana dopo l’elezione a sindaco di Genova

di Matteo Cantile

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La nuova prima cittadina assumerà automaticamente la presidenza dell’ente che coordina i comuni del territorio metropolitano

Silvia Salis guiderà anche la Città Metropolitana dopo l’elezione a sindaco di Genova

Con l’elezione a sindaco di Genova, Silvia Salis assumerà automaticamente anche la carica di presidente della Città Metropolitana, come previsto dalla legge che regola l’assetto degli enti locali. La doppia investitura rafforza il ruolo della nuova amministrazione nell’ambito territoriale più ampio che comprende 67 comuni oltre al capoluogo.

Normativa vigente – Secondo quanto stabilito dalla legge 56 del 2014, conosciuta come Legge Delrio, il sindaco del comune capoluogo diventa di diritto anche presidente della città metropolitana. Non è dunque prevista una nuova elezione per questa carica, che si rinnova contestualmente all’elezione del sindaco della città principale.

Funzioni dell’ente – La Città Metropolitana di Genova coordina attività strategiche su scala vasta, come pianificazione territoriale, trasporti, mobilità, ambiente, sviluppo economico e programmazione scolastica. L’ente opera in sinergia con i comuni del territorio per promuovere politiche di area vasta e progettualità condivise.

Prospettive future – Con l’insediamento della nuova giunta comunale, si avvieranno anche i passaggi per la formazione del consiglio metropolitano, composto da sindaci e consiglieri dei comuni del territorio. Il nuovo assetto istituzionale potrà incidere su importanti dossier in corso, tra cui infrastrutture, sostenibilità e servizi sovracomunali.

Ipotesi di riforma – Resta aperto a livello nazionale il dibattito sulla possibile reintroduzione dell’elezione diretta dei presidenti di Provincia e Città Metropolitana, attualmente nominati per legge tra i sindaci in carica. Diverse forze politiche e amministratori locali hanno espresso interesse per un ritorno al voto popolare, ritenuto uno strumento utile a rafforzare la legittimazione democratica degli enti di area vasta. La questione è oggetto di discussione istituzionale, ma al momento non si è ancora tradotta in una riforma operativa.

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