Sestri Levante, uxoricidio: pm dispone accertamenti su richieste di aiuto via mail alla salute mentale
di Stefano Rissetto
Potrebbe esserci una sottovalutazione o un ritardo, da parte dei medici psichiatri della Asl4, nella gestione della donna uccisa dal marito
Potrebbe esserci stata una sottovalutazione o un ritardo, da parte dei medici della Salute mentale della Asl4, nella gestione di Cristina Marini, la donna di 72 anni uccisa dal marito Gian Paolo Bregante a Sestri Levante.
Per questo motivo la Procura ha disposto un accertamento tecnico sui telefonini della coppia e il computer. Durante l'interrogatorio l'uomo aveva infatti detto di avere chiesto aiuto più volte al centro di salute mentale di Chiavari. Inutilmente. "Ho scritto dieci mail al medico del reparto. Mi rispose che gli avevo intasato la posta".
L'ex comandante di navi, difeso dagli avvocati Sara Bellomo e Paolo Scovazzi, verrà sottoposto anche a perizia psichiatrica per valutare se fosse capace di intendere e volere al momento del delitto.
Bregante, dopo avere sparato alla moglie, aveva chiamato i carabinieri. Aveva riferito di averla uccisa perché lei non voleva assumere i farmaci idonei ad attenuare gli effetti della depressione.
Questo rifiuto dei farmaci, secondo la sua versione, avrebbe comportato un peggioramento delle condizioni della donna, rendendola sempre più insofferente e aggressiva. "Non avevo mai pensato di ucciderla, al massimo in quest'ultimo anno ho pensato un paio di volte di darle uno schiaffo. Non so cosa mi è successo, alla fine sono esploso". Il giudice aveva scritto che l'ex comandante aveva ucciso "in preda a un raptus".
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