Scoperta rivoluzionaria sui neutrini nelle profondità del Mediterraneo, Genova tra i protagonisti

di M.C.

1 min, 33 sec

Il rivelatore sottomarino KM3NeT-ARCA registra un evento straordinario, la comunità scientifica celebra un'importante scoperta nell'astrofisica delle particelle

Scoperta rivoluzionaria sui neutrini nelle profondità del Mediterraneo, Genova tra i protagonisti

La fisica delle astroparticelle segna un nuovo traguardo con una scoperta rivoluzionaria che sarà annunciata il prossimo 12 febbraio. il telescopio sottomarino per neutrini KM3NeT-ARCA, situato a 3.500 metri di profondità al largo della Sicilia, ha registrato un evento di eccezionale rilevanza scientifica. La rilevazione, destinata a entrare nella letteratura di settore, vede il contributo diretto dell'Università di Genova e della sezione INFN del capoluogo ligure.

Il rivelatore – KM3NeT-ARCA (“Astroparticle Research with Cosmics in the Abyss”) è una sofisticata struttura composta da stringhe di sensori ancorati sul fondale marino, coprendo un'area di circa un chilometro quadrato. Ogni stringa, lunga 800 metri, è equipaggiata con 18 unità di rilevamento: sfere di vetro contenenti fotomoltiplicatori capaci di registrare anche una minima quantità di fotoni. La tecnologia consente di rilevare la luce generata dall'interazione dei neutrini, particelle subatomiche che viaggiano quasi alla velocità della luce.

L'annuncio – Il 12 febbraio l'evento sarà reso pubblico attraverso un collegamento in streaming, preceduto da un evento ospitato dall'Università di Genova, che vedrà la partecipazione di esponenti del mondo accademico e scientifico.

Programma dell'eventoSaluti istituzionali affidati al rettore Federico Delfino e al direttore della sezione INFN di Genova, Mauro Taiuti. Seguiranno interventi tecnici a cura di Vladimir Kulikovskiy, Matteo Sanguineti, Barbara Caiffi e Francesca Badaracco, che illustreranno i dettagli della scoperta e le applicazioni della ricerca.

Il contributo genovese – Il gruppo di ricerca dell'Università di Genova e dell'INFN ha avuto un ruolo chiave nella realizzazione e calibrazione del rivelatore. Le loro attività si sono concentrate sull'analisi astrofisica e sullo sviluppo di sistemi di calibrazione acustica, con implicazioni anche nello studio della fauna marina.

Un passo avanti per la fisica delle astroparticelle – La scoperta rappresenta un progresso significativo nella comprensione dell'universo, confermando il ruolo strategico della ricerca italiana in un settore scientifico d'avanguardia.

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