Savona: Anpi contro Vaccarezza per la commemorazione del controverso eccidio di Monte Manfrei

di Redazione

2 min, 48 sec

Secondo alcune fonti la zona sarebbe stata teatro di un eccidio a freddo di 200 prigionieri repubblichini, versione contrastata dal sodalizio partigiano

Savona: Anpi contro Vaccarezza per la commemorazione del controverso eccidio di Monte Manfrei

"Ti diranno che non è vero. Ti diranno che non è accaduto nulla. Ti diranno che sono solo storie inventate dai soliti. INVECE NO Cercheranno di convincerti che sono menzogne, ma la menzogna più grande, è negare una storia terribile, di ingiustizia, ferocia e viltà. Ecco perchè ogni anno, io sono qui. Non per odiare, ma per raccontare una pagina di storia che sui libri non troverai mai". Così il consigliere regionale Angelo Vaccarezza via social, per spiegare la propria partecipazione alla commemorazione sul Monte Manfrei, sulle alture di Savona, di una strage storicamente controversa, tanto da essere stata cancellata da wikipedia. Secondo la versione di una parte, i partigiani uccisero 200 marò del Battaglione San Marco di stanza al Giovo e al Sassello che si erano arresi proprio il 25 aprile e sarebbero stati sepolti sul Monte Manfrei.

Arriva il comunicato Anpi:  "Ancora una volta Angelo Vaccarezza, consigliere regionale ex Lista Toti e ora Forza Italia, ha gonfiato il petto e indossato la fasciadella Regione Liguria per “commemorare” i repubblichini uccisi, a detta della vulgata post fascista, sul Monte Manfrei, nel Savonese. Come hanno confermato testimoni, storici e ricercatori, la presunta strage di 200 repubblichini da parte di non meglio identificate formazioni partigiane, subito dopo la Liberazione, è una falsità. Fa testo in tal senso la testimonianza della maestra di Sassello Fausta Siri Scasso che racconta: “Io c’ero e ho visto con questi occhi e ora le cose ve le sto raccontando con questa bocca. Non c’e stato nessun eccidio sul Monte Manfrei”, esattamente come fa testo la documentazione del campo di prigionia di Coltano (Pisa) dove i marò saranno reclusi ai primi di maggio provenienti da Rossiglione. In quei giorni convulsi, nei quali molte vicende drammatiche si dipanarono, come concordano tutte le fonti, non più di dieci collaborazionisti particolarmente attivi nelle persecuzioni verso partigiani e popolazione locali, vennero fucilati ma la narrazione della cieca violenza partigiana, anche se smentita dai fatti, fa comodo ai post fascisti di oggi, che cercano in ogni modo di dipingere chi ha combattuto ( e magari è morto ) per la libertà , come dei fanatici e violenti. D’altronde chi ritiene Almirante, lui si traditore, fucilatore di italiani e responsabile di deportazioni, come un mentore, non può che essere falso nei comportamenti. Nel 2023 il professor Viroli ha ricordato nell’aula del Consiglio Regionale “Chi è morto combattendo dalla parte sbagliata, chi ha combattuto dalla parte di un regime che ha saputo perpetrare le più ripugnanti violazioni della dignità della persona umana, consapevole o inconsapevole che fosse, merita pietà ma la commemorazione spetta solo a chi ha dato la vita perché noi fossimo liberi”. Nessuno nega la pietà per i morti, ma indossare la fascia della regione Liguria ed onorare chi difendeva Mussolini e le nefandezze compiute da chi era schierato con lui, offende la storia di chi anche in questa terra ha dato la vita per permettere, anche ai cialtroni, di esprimersi. Il quesito evidente è se Vaccarezza per andare a commemorare ciò che non esiste utilizza oltre la fascia della Regione, anche i fondi della Regione, già profondamente provata da una gestione che solo per generosità la si può definire discutibile. Ma le altre forze della maggioranza di cui ancora fa parte come si esprimono: sono d’accordo? Se così non fosse, con quale coraggio potete sedere nella sala dedicata a Sandro Pertini? Anpi continuerà a denunciare e a promuovere la verità della memoria".