Santa Margherita, drink e risse: così il dopo covid diventa un incubo
di Michele Varì
Caccia all'uomo sul lungomare fra giovani foresti e del posto. Il presidente della Pro Loco: "Si deve fare di più per rialzarsi"
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Quattro risse notturne in quattro giorni fra i giovani della movida post discoteca con tanto di video virali a macchiare l'immagine della città e per Santa Margherita la rinascita dopo il lockdown si è trasformata in un incubo.
Con l'aggravante che molti ipotizzano che le botte possano essere non casuali e neppure del tutto reali ma una patetica messinscena figlia dell'epoca social, organizzata strategicamente da un rapper, o meglio, trapper, per alimentare la propria fama di duro, violento come le parole delle sue canzoni che tanto fanno arrabbiare adulti e genitori.
Botte spot insomma. Per uscirne da questa bolla il sindaco Paolo Donadoni ha subito emesso un'ordinanza che impone la chiusura dalle tre alle sei del mattino i tutti i locali per tiratardi aperti sul lungomare. Ma per qualcuno per rilanciare Santa serve di più. Come racconta il presidente della Pro Loco. "Si doveva fare di più nonostante il covid" dice polemico.
Nel mezzo rimane la sfida anche social dei due locali della notte acchiappa nottambuli, miti come il Miami, o nuovo proposte il Soleado, che rigettano l'accusa di servire alcolici ai minori, locali dove la movida si impasta già all'ora del drink. Qui milanesi e liguri, gli sfidanti delle risse, carburano gomito a gomito, per sfidarsi con selfie o anche video su Tik Tok. Serate alcoliche che a volte si tramutano in micce.
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