Migranti, Sandra Zampa: “L'accoglienza per i minori in Italia è un esempio per l'Europa”
di Alessandro Bacci
La sottosegretaria alla Salute a Genova: "La figura del tutore volontario esportata in UE"
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"L'Europa ha manifestato in più occasioni l'interesse a far sì che la figura di tutore volontario per minori stranieri non accompagnati, prevista dalla legga italiana, possa diventare un modello di riferimento per tutti i paesi europei". Lo ha detto il sottosegretario al ministero della Salute Sandra Zampa durante la tavola rotonda, che si è svolta a Genova, che aveva come obiettivo quello di fare il punto sui primi due anni di applicazione della legge 47 del 2017 che ha introdotto la figura dei volontari per i minori stranieri non accompagnati. L'incontro, a cui ha partecipato il sottosegretario, nonché primo firmatario della legge stessa, è stato organizzato dal Difensore civico e Garante per la tutela dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza in Liguria e da Defence for Children Italia Francesco Lalla.
"Per un minore straniero - continua Sandra Zampa - avere un adulto a cui fare riferimento e a cui affidare in qualche modo una parte della realizzazione di un progetto di vita può rappresentare una svolta, è una specie di seconda chance che viene data loro nella vita. La legge 47 pensa che dare una seconda chance a questi ragazzi non è solo un'opportunità per loro, ma può trasformare quello che sembra un problema in un'opportunità anche per i paesi che li ospitano". In Liguria sono 144 i tutori formati e 65 quelli attivi. "Siamo sostanzialmente contenti per quanto riguarda la Liguria - spiega Lalla - ci sono alcune criticità da risolvere. La tutela finisce al compimento dei 18 anni, ma bisognerebbe allungarla fino ai 21 anni".
Oltre alle funzioni di cura e rappresentanza, il tutore è risultato un importante anello di connessione tra il ragazzo e gli altri attori del sistema. "Nell'ultimo anno sono stati accolti dal sistema circa 250 minori - spiega Luca Villa, presidente del tribunale per i minori - e la maggior parte sono arrivati dall'Albania e i due terzi hanno 16 anni. Abbiamo fatto un grande lavoro con i soggetti istituzionali, il garante, la Regione, e i tutori e il bilancio è positivo. E' impegnativo in quanto tutti i minori vengono ascoltati in tribunale e cerchiamo di abbinare il tutore volontario con il minore tenendo conto di tutti i fattori, ma è gratificante vedere il legame che si crea".
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