Sampdoria, Puggioni: "Il derby era un sogno: ecco perché volevo iniziare sotto la Nord"
di Alessandro Bacci
Il portiere a Telenord: "Giampaolo si mise a ridere, Regini rimase perplesso. Ranieri? Cambia spesso identità. Il rifiuto al Genoa? Un gesto di rispetto per le tifoserie"
C'è un giocatore che è rimasto nei cuori di tutti tifosi della Sampdoria: Cristian Puggioni. Il portiere, ospite speciale nell'ultima puntata di Forever Samp, ha raccontato storie e aneddoti della sua esperienza in blucerchiato. Cresciuto nelle giovanili del Doria, Puggioni è riuscito a coronare il sogno di indossare la maglia della sua squadra del cuore. Il racconto del portiere parte proprio dal ricordo del primo derby giocato: "Da giocatore avevo una grande responsabilità, alla fine del derby ero totalmente prosciugato, perchè erano partite sentite con un attenzione particolare molto alta e quindi con un grosso dispendio cognitivo". Queste sono state le prime parole dell'ex portiere che ha aggiunto: "La settimana del derby era stata particolare, avevo fatto cose semplici come portare i miei bimbi all'asilo e sembrava che la mia attenzione non fosse rivolta alla partita. Per scelta dell'allenatore e della squadra, la sera prima del derby non andammo in ritiro e ho dormito mi sembra 2/3 ore. Per me giocare il derby era un sogno e l'attenzione era troppo alta, da troppo tempo aspettavo quel momento".
Paragonando l'ultimo derby giocato e quello del suo esordio: "La squadra di Giampaolo aveva una propria identità, faceva il proprio gioco; mentre la squadra di Ranieri l'abbiamo vista più volte cambiare la propria identità e modulo. Bisogna ricordare che oggi, si sta vivendo una realtà che non è reale, senza una tifoseria, l'empatia, la pressione che ti dà quando giochi sotto la gradinata avversaria e quando giochi sotto la tua gradinata spingi il più possibile. Tutto questo sposta gli equilibri, sono situazioni nuove e chi si adatta prima riesce a fare più punti."
Puggioni svela poi un aneddoto curioso che riguarda il derby della Lanterna: "Vasco Regini aveva vinto il sorteggio e mi aveva chiesto dove andare, io gli indicai immediatamente la Nord; ricordo ancora adesso la faccia stupita e perplessa di Regini che mi chiese se ne ero proprio sicuro. Ero sicuro della mia scelta, perchè così ci saremmo tolti subito il pensiero." Puggioni aggiunge: "Prima della partita, il mister Giampaolo si era avvicinato per chiedermi se avevo qualche idea di dove preferivo andare se avessimo vinto il campo. Gli risposi che la squadra era forte nei primi 60/70 minuti e poi avvertiva solitamente un calo fisico e che volevo subito attaccare e fare un paio di goal sotto la Sud, così quando avremmo avvertito la stanchezza, ci saremmo difesi con alle spalle i nostri tifosi, pronti a sostenerci sempre. Giampaolo si mise a ridere ma apprezzò subito la mia scelta."
Sul suo rifiuto al Genoa: "Stavo affrontando una situazione di stallo nel mio club, l'allenatore voleva acquisire le prestazioni di Bizzarri, che era il portiere del Genoa, e gli spiegai che non era una scelta percorribile. Pur avendo ricevuto un offerta aggiuntiva da parte della Sampdoria per andare al Genoa, continuai a rifiutare il mio trasferimento. E' stata una decisione di rispetto su due parti, una scelta di cuore, di onestà del mio percorso da quando ero un ragazzino che tifavo la Sampdoria nella gradinata a quando ero nelle giovanili blucerchiate. Mi sentivo che dovevo qualcosa al mio club, ma essendo nato a Genova conoscevo che ci sono due cose importanti: la Sampdoria e il Genoa. Ognuno dà un valore alla maglia e, pensare che sia un giocatore che tifa la squadra opposta solo per una scelta economica e vederlo indossare una maglia a cui tieni; non volevo creare questo equivoco. Volevo dare rispetto alla tifoseria a cui sono legato ma anche il rispetto alla tifoseria avversaria".
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