Sampdoria, Pozzi: "Non confermare Iachini fu un delitto, prendere Ferrara una follia"
di Alessandro Bacci
L'attaccante: "Se tornasse gli darei volentieri una mano, vorrei fare qualche cosa nell'ambiente blucerchiato. Dionisi? uno dei giovani migliori"
Nicola Pozzi è uno dei giocatori più amati degli ultimi decenni dai tifosi della Sampdoria. L'attaccante è uno dei simboli della promozione storica dei blucerchiati in Serie A nel 2012. Il suo gol contro il Varese ha regalato una gioia indimenticabile alla tifoseria. In occasione del nono anniversario di quella serata, Pozzi è intervenuto a Forever Samp su Telenord: "Il ricordo più bello è che anche oggi a distanza di tanti anni, il 9 giugno, ho tantissimi messaggi, tantissime manifestazioni di affetto. Sembra l'altroieri... Tutti i tifosi della Sampdoria non lo hanno dimenticato e non l’ho fatto manco io. Ogni anno un ricordo bello. Un’emozione che ci ha segnato a tutti. Spero per la Sampdoria che non debba rivivere un anno folle come quello."
La notte di Varese: "A Varese è stata una serata in cui tutti quanti abbiamo perso due anni di vita, se non fosse andata a finire cosi sarebbe stata una tragedia sportiva. Abbiamo fatto i nostri errori nel corso dell’anno. Avevamo più camionette blindate della Polizia a Bogliasco che punti in classifica. Avevamop una squadra forte anche nel girone di andata ma con tanti problemi nella testa. Fu una rincorsa trionfale, c’erano un po’ di scorie della retrocessione. Abbiamo avuto un pizzico di fortuna con il Sassuolo ma ci voleva anche quella. Difficilmente dimenticherò quella stagione perchè l'anno prima ero stato infortunato e non avevo potuto dare il contributo alla salvezza. Avevo 3-4 richieste in Serie A ma la Sampdoria era il mio punto di arrivo e sentivo dentro la responsabilità. Avevo la necessità di chiudere la ferita della retrocessione. Quello forse era il momento di andare via, non perchè non avessi un legame per la Samp ma visto quello che è successo gli anni dopo. Avevo messo cuore, corpo e anima per la Sampdoria e poi mi sono ritrovato in panchina. Non per la gente ovviamente, ma tornando indietro forse sarei andato via dopo la promozione. Pensavo di godermi la Serie A e invece a gennaio ho tolto il disturbo".
Con la conferma di Iachini sarebbe stato diverso? "Fosse rimasto Beppe sarebbe andata diversamente. Certo, fosse arrivato Benitez avrei capito, sarebbe partito un progetto nuovo e ambizioso. Il senso era questo, poi la scelta di prendere Ferrara fu, con tutto il rispetto, fu una follia. Fu un delitto sportivo non permettere a Beppe di sedere su quella panchina".
Come vedresti un ritorno di Iachini? "Mi auguro per mister Iachini che possa tornare alla Sampdoria. Con lui ho un legame particolare, gli posso solo augurare di tornare, sarei veramente felice ma c’è una dirigenza che decide. Gli arriverebbe quel premio, a distanza di tanti anni, che si era meritato e che penso che tutta la gente gli darebbe il giusto tributo. Io abito a Firenze, l'anno scorso il mister era alla Fiorentina e doveva aggiungere un componente. Io sarei andato ma alla fine ha preso un altro ragazzo. Se un domani fosse l'allenatore della Sampdoria andrei volentieri a dargli una mano. Un domani sarebbe per me un motivo di orgoglio poter fare qualche cosa nell'ambiente blucerchiato."
Il retroscena su Benitez: "Sensibile non era una persona negativa. Lui non aveva creato sintonia con il mister, loro sanno cosa è successo. Era una persona che stimavo nonostante tutti gli errori che può aver fatto. Fecero diversi incontri con la Sampdoria. Era felice della chiamata della Sampdoria e si sedette volentieri al tavolo. Mi hanno detto che non conosceva nemmeno mezzo giocatore della rosa. Chiese un mercato che la Samp non poteva fare e non c'erano i margini. L’errore fu quello, sedersi con un profilo così importante senza poter accettare le sue condizioni".
Sul prossimo allenatore della Samp: Ranieri è una garanzia, il certificato di mantenere la categoria. Con Ranieri non sbagli mai, la lettura della società probabilmente è diversa. Andare su un profilo con una nuova mentalità, con un gioco diverso. Dionisi è uno degli allenatori giovani più bravi che c'è. Ranieri è una certezza, però, a livello di giovani la Sampdoria ha bisogno di tirare fuori giocatori giovani. Le società sono aziende, devono fare un monumento a Ranieri. Nel momento delicato in cui è arrivato ha sistemato le cose, di fronte a lui ci dobbiamo togliere il cappello. Quando parliamo di Ranieri siamo tutti piccoli, ha compiuto il suo lavoro al meglio perchè lui è un signore. "
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