Rinnovabili in stallo: la spinta verso l’energia pulita rallenta. Sul banco degli imputati Cina e Stati Uniti

di R.S.

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L’Agenzia Internazionale dell’Energia lancia l’allarme: l’obiettivo di triplicare entro il 2030 non sarà raggiunto. L’Europa corre sul solare, Italia in ritardo

Rinnovabili in stallo: la spinta verso l’energia pulita rallenta. Sul banco degli imputati Cina e Stati Uniti

La transizione globale verso le energie rinnovabili rallenta bruscamente. A lanciare l’allarme è l’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE), che in un nuovo rapporto rivede al ribasso le proiezioni per il 2030: l’obiettivo fissato alla COP28 di triplicare la capacità rinnovabile installata entro la fine del decennio sembra ormai fuori portata.

Secondo le stime aggiornate, nel 2030 la capacità globale sarà solo 2,6-2,8 volte superiore a quella del 2022, ben al di sotto del traguardo prefissato. Appena un anno fa, la stessa AIE considerava ancora raggiungibile l’obiettivo. Oggi, invece, il quadro appare molto più critico.

Le cause principali? Per l’Agenzia, il rallentamento è legato in larga parte a due attori chiave della scena globale: Stati Uniti e Cina, seppur per motivi diversi.

Negli Stati Uniti, la situazione politica interna ha avuto un impatto diretto. Le incertezze legate al ritorno sulla scena di Donald Trump, con le sue posizioni scettiche sul clima e sull’industria verde, stanno già frenando investimenti e politiche di lungo termine.

In Cina, invece, il problema è opposto: pur dominando il mercato globale della produzione di tecnologie rinnovabili (dai pannelli solari alle batterie), il colosso asiatico sta limitando la crescita interna, rallentando nuove installazioni e mantenendo una forte dipendenza dal carbone per sostenere la propria domanda energetica.

Nel frattempo, l’Unione Europea segna un nuovo record nella produzione solare, confermandosi leader globale nella transizione ecologica. Ma l’Italia arranca: la crescita delle rinnovabili procede, ma a un ritmo insufficiente per colmare il divario con i Paesi più avanzati.

Il rapporto dell’AIE è un monito chiaro: senza una decisa inversione di rotta politica e industriale, gli impegni presi a livello globale rischiano di rimanere sulla carta. E con essi, gli sforzi per contenere il riscaldamento globale entro i limiti concordati.

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