Ridateci Lo Bello, Casarin e Collina: quel rigore non è solo contro il Genoa, è contro il calcio
di Gessi Adamoli
Il vero dramma è che, come rivela la Gazzetta dello Sport, Collu ed i varisti di Bologna hanno ricevuto i complimenti del designatore Rocchi
Ridateci i Concetto Lo Bello, i Michelotti, gli Agnolin e i Casarin, i Pieri e i Collina. Il rigore costruito a tavolino sabato scorso al Dall’Ara non ha solo sconfitto il Genoa ma tutti coloro i quali amano il calcio. È un’ulteriore spallata verso il baratro per il cosiddetto calcio moderno quello per il quale gol significa spettacolo anche se arriva da un rigore inesistente. Più si segna e più la gente si diverte: una logica perversa che forse può andare bene per lo sport business americano. Ma il calcio è patrimonio dei paesi latini, il nostro calcio si nutre di passione ed emozioni e non di gol farlocchi. La fatica di una squadra che tiene il campo alla grande per 92 minuti non può essere vanificata da un fermoimmagine per altro poi tutto da decificare. “Perché – come ha in maniera perfetta spiegato l’ex arbitro internazionale Calvarese – il braccio di Carboni non è alto ed è simmetrico con l’altro e dunque significa che è la postura naturale per restare in equilibrio”. Ma il vero dramma è che, come rivela la Gazzetta dello Sport, Collu ed i varisti di Bologna hanno ricevuto i complimenti del designatore Rocchi.
Va poi anche detto che il Var, prima che col tempo se ne facesse un uso aberrante, era nato per correggere “un chiaro ed evidente errore”. Ma può essere un errore chiaro ed evidente quello per il quale ci vogliono quasi 6 minuti per arrivare al fermoimmagine incriminato?
Chi riesce ad essere zen si gode la grande prestazione della squadra di Vieira. E va sottolineato il concetto di squadra, un gruppo compatto dove ognuno si mette a disposizione dell’altro. La riprova è la rincorsa, da un’area di rigore all’altra, di Vitinha per fermare una ripartenza del Bologna dopo un calcio d’angolo in favore del Genoa. Proprio come aveva fatto Ekuban a Como.
Tutti per uno, uno per tutti. Proprio come i moschettieri di Alexandre Dumas. Il problema sorge però negli ultimi 25 metri di campo, un Genoa perfetto sino alla trequarti campo avversaria non ha infatti soluzioni offensive. Ed è frustrante giocare senza centravanti. Il Genoa ha fatto fatica a tirare in porta anche contro quel Lecce che tutti stanno prendendo a pallonate (per altro ho anche sentito dire che era stato importante non concedere nulla alla squadra di Di Francesco).
Facciamo un giochino facile facile. Diamo Orsolini e Castro a Vieira e Colombo e Vitinha a Italiano: come sarebbe finita la sfida di Bologna? Non è possibile fare la serie A senza un centravanti almeno 10/12 gol. Vieira col materiale umano che ha a disposizione sta facendo un lavoro straordinario. Però ci sta qualcuno dopo Bologna abbia avanzato dei dubbi sulla gestione dei cambi. In democrazia, anche se troppi se ne dimenticano, è legittimo avere opinioni diverse. Sull’uno a zero per il Genoa sono entrati Carboni ed Ekhator (un 2005 ed un 2006), mentre in quella battaglia molti avrebbero visto meglio il mestiere e la garra di Sabelli e Thorsby. Poi, però, se fosse finita comunque 2 a 1 per il Bologna tutti avrebbero criticato Vieira che aveva pensato solo a difendersi.
Nel calcio la controprova non esiste e dunque hanno ragione tutti.
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