Genoa, sei palle gol a Cagliari: scoperto l'uovo di.. Colombo

di Gessi Adamoli

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Genoa, sei palle gol a Cagliari: scoperto l'uovo di.. Colombo

L’uovo di Colombo. A Cagliari il Genoa ha costruito almeno sei nitide palle gol, è bastato schierare due attaccanti vicini tra loro per avere una squadra molto più presente in fase offensiva. Vitinha, che finalmente si è sbloccato, ha giocato una buona partita, sarebbe stata eccellente anche quella di Colombo se non si fosse letteralmente divorato il gol del due a zero e che probabilmente avrebbe chiuso il match. Però, lavorando molto bene la palla, ha fornito l’assist a Vitinha, ha corso, si è sbattuto e, se Ekuban non si fosse fatto pizzicare in fuorigioco per pochi centimetri, avrebbe segnato anche uno splendido gol con palla all’incrocio dei pali.

Una vittoria del Cagliari sarebbe stata il più bugiardo dei risultati. A fare giustizia ci ha pensato il portiere Caprile che gioca abitualmente ben oltre la linea bianca per provare sempre e comunque ad uscire. Il cross di Martin era però fuori misura, ha picchiato nella terra di nessuno ed il rimbalzo ha provocato una parola a pallonetto che lo ha scavalcato. Chi invece sta sempre sulla linea (alle volte anche un passo indietro) è Leali tanto che, come a Cagliari, gli capita di respingere la palla quando ormai è interamente entrata. La sua idiosincrasia alle uscite ha permesso alla squadra di Pisacane di segnare il primo ed il terzo gol. Il secondo l’avrebbero (forse) parato Donnarumma, Courtois, Szczesny e pochi altri, però è comunque stilisticamente brutto da vedersi un portiere che va giù in ginocchio come se fosse colpito da un uppercut alla mascella.

De Rossi sta lavorando bene e i tifosi hanno garantito a lui e alla squadra un sostegno incondizionato. È singolare che l’appello all’unità venga soprattutto da quella parte della tifoseria che per mesi ha proceduto come un caterpillar per provare ad emarginare e ghettizzare coloro che provavano ad esprimere opinioni differenti rispetto a quello che doveva essere il pensiero unico. Di sicuro nella lunga storia del Genoa non c’è mai stata una società così divisiva. Ricordo che da ragazzo frequentavo il Genoa Club Borgoratti di Callaghan e Sciutto. Era considerato un club governativo ed infatti, nella sede di corso Europa, appesa ad una parete come un santino, c’era la foto del presidente Fossati. A guidare l’opposizione era il Genoa Club di Molassana intitolato a Tojo Sardelli con Gino Truppi, altra icona del tifo rossoblù. Ebbene, mai nessun tifoso si sognava di dare del “finto genoano” ad un altro.

Su un fatto, però, concordano tutti: la categoria va difesa con le unghie e con i denti. La serie A non è solo un bene prezioso, ma è una vera e propria questione di sopravvivenza. Come ha infatti spiegato molto bene l’avvocato D’Angelo nell’incontro con i rappresentanti dei club, la retrocessione avrebbe effetti devastanti sulla società perché i valori patrimoniali rischierebbero di collassare e contemporaneamente i ricavi sarebbero sensibilmente ridimensionati. Perdite pesanti solo minimamente ammortizzate dal famoso paracadute.

Con questa premesse il mercato di gennaio diventa uno snodo fondamentale. Servono un difensore, un play, un attaccante (anche se a Cagliari, come avviamo visto, Vitinha e Colombo hanno dato incoraggianti segnali di ripresa) e un portiere. Orami è chiaro a tutti che Leali può essere un eccellente dodicesimo, ma non può reggere tutto un campionato da titolare. Bisognava però arrivare al 22 di ottobre per maturare questa certezza? E qui si torna al discorso di prima e alla demonizzazione che veniva fatta (e viene fatta tuttora) nei confronti di chiunque quest’estate aveva avuto l’ardire di avanzare dubbi sulle scelte della società. C’era persino chi sosteneva che il Genoa fosse più forte di quello dello scorso anno nonostante cessioni per 52 milioni ed acquisti per 0 (zero!) euro. E infatti ora bisogna correre precipitosamente ai ripari. Se De Rossi spinge per il suo pupillo Pisilli, per il momento non c’è alcune indicazione per quanto riguarda il regista difensivo. Per risolvere il problema sarebbe bastato allungare di un anno il contratto a Bani. E attenzione perché Martin, determinante nelle ultime tre partite, è in scadenza al 30 giugno. Per altro il diretto interessato, per anticipare il solito ritornello per il quale sono i giocatori che vogliono andare via, ha già fatto sapere che lui al Genoa resterebbe volentieri.

Intanto si parla con insistenza dei ritorni di Perin ed El Shaarawy (insieme in Primavera vinsero uno scudetto ed una Coppa Italia). Magari!

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