Regione Liguria, Lista Sansa propone l'istituzione di un garante per i diritti delle persone anziane

di Gaia Cifone

Il Capogruppo Sansa: "In Liguria il 28,7% della popolazione ha più di 64 anni e gli ultraottantenni sono oltre 80 mila, più dell'intera popolazione di Savona"

Istituire la figura del Garante regionale dei diritti delle persone anziane, portando celermente in Consiglio la sua nomina. La proposta arriva dalla Lista Sansa in Regione Liguria. La nuova figura, eletta dell'Assemblea legislativa e in carica fino al termine della Legislatura regionale, ha come scopo principale vigilare sulla corretta applicazione delle leggi in materia di tutela delle persone anziane, contribuendo anche ad incrementarne il benessere.


“In Liguria il 28,7% della popolazione ha più di 64 anni e gli ultraottantenni sono oltre 80 mila, più dell'intera popolazione di Savona – spiega Ferruccio Sansa -. Di fronte a questi numeri abbiamo pensato di istituire la figura del garante per le persone anziane perché crediamo che una vera comunità debba garantire diritti e sostegno alle persone di ogni età. Entrando nello specifico pensiamo alla tutela dei diritti di quei 12 mila liguri che vivono nelle Rsa (numericamente sarebbe il tredicesimo “Comune” della regione), o alle cure dentali che per quasi il 50% dei liguri sono diventate un 'di più'. Una volta queste cure venivano garantite dalla Sanità pubblica a chi non poteva permettersele, ma oggi mancano le risorse. Per questo abbiamo voluto inserire nel pacchetto dei compiti del Garante anche il ripristino di questo servizio sanitario essenziale, soprattutto per gli anziani”.


Il Garante ha facoltà di partecipare alle sedute consiliari riguardanti le materie di sua competenza con possibilità di esprimere parere non vincolante. Inoltre può proporre attraverso delle linee guida una serie di buone pratiche per la tutela dei diritti, degli interessi e per incrementare il benessere delle persone anziane. La figura del Garante andrebbe a recepire le segnalazioni pervenute dalle persone anziane, ovvero dalle associazioni rappresentative, assumendo eventuali misure necessarie per garantirne i diritti e gli interessi.


“La figura del Garante è fondamentale per fornire supporto alla popolazione anziana sul tema della digitalizzazione, basti pensare che secondo gli ultimi dati Istat (2020) il 67,4% delle persone italiane over 65 non sa usare Internet – sottolinea Roberto Centi -. In un'accezione positiva e propositiva immaginiamo l'aiuto che servirebbe ad una buona fetta della popolazione anziana ligure per colmare il digital divide ad esempio sullo Spid e su altri servizi pubblici recentemente digitalizzati. Parallelamente vi è poi anche bisogno di un supporto per evitare tutte quelle truffe online e quelle insidie della rete studiate appositamente per ingannare le persone meno 'digitali'”. “Non possiamo poi non pensare – aggiunge Centi – al tema della Sanità che con la recente istituzione del Sistema nazionale anziani non autosufficienti penalizza due volte la popolazione più vecchia escludendola di fatto dal Servizio sanitario nazionale per una visione di tipo aziendalistico che prefigura la gestione, e non più la cura, delle patologie”.


Per la consigliera Selena Candia una delle sfide più interessanti che passa per la popolazione anziana, coinvolgendo anche quella più giovane, è il cohousing. Si tratta di nuove forme abitative collaborative nelle quali i residenti partecipano attivamente nella progettazione e nella scelta del proprio vicinato. In Europa gli esempi più virtuosi sono a Malmö in Svezia – dove dal 2014 un centinaio di cittadini hanno costituito un modello di cooperazione abitativa, Sofielunds kollektivhus, utilizzando un complesso sostenibile anche dal punto di vista energetico e ambientale – e a Friburgo, in Germania, dove esiste un intero quartiere di cohousing abitato da oltre cinquemila persone.


“Gli interventi di cohousing possono avere diverse forme, strutture e dimensioni sociali ma sono uniti dalla caratteristica comune di creare una coabitazione tra gruppi sociali eterogenei, spesso a rischio di esclusione – osserva Selena Candia -. Pensiamo ad esempio in Liguria quanti interventi intergenerazionali tra anziani, studenti e famiglie potrebbero essere fatti per innovare le pratiche assistenziali, ridurre i costi sociali e sanitari da una parte, e al tempo stesso garantire spazi abitativi e/o per studiare ed esprimersi a tutti quei giovani e a quelle famiglie impossibilitate a pagarsi da sole un immobile”.