Regione, Consiglio su trasporti, Fano (Faisa Cisal): "Bene biglietto unico, ma chiarire fonti finanziamento"
di Carlotta Nicoletti
“Di sicuro bisogna gestire separatamente il tema ferro dal tema gomma"
Durante l’odierna seduta del Consiglio regionale, i rappresentanti di maggioranza e opposizione hanno discusso i disagi nel trasporto pubblico ligure, sia ferroviario che su gomma. Tuttavia, le risposte dell’assessore competente sono ancora attese, e il sindacato Faisa Cisal esprime preoccupazione per la mancanza di proposte concrete. "Non abbiamo sentito nessuna proposta propositiva di come si esce da questo isolamento della Liguria e da questa difficoltà di gestione e di risorse per i settori del TPL e del ferro” così Edgardo Fano (nella foto).
Gestione separata dei settori – Faisa Cisal sottolinea la necessità di trattare separatamente i settori ferroviario e su gomma. Per il trasporto su gomma, la priorità è l’incremento delle risorse, attualmente insufficienti per soddisfare le esigenze cittadine. La regione dovrebbe intervenire inizialmente e poi coinvolgere province, comuni e aziende per definire un servizio efficace. “Di sicuro bisogna gestire separatamente il tema ferro dal tema gomma. Il tema prioritario della gomma è sicuramente quello delle risorse, perché non sono assolutamente insufficienti a gestire i servizi che la città chiede”.
Contratti di servizio – Il sindacato critica la disparità tra i contratti di servizio di Trenitalia e quelli per il trasporto su gomma. Mentre Trenitalia beneficia di indicizzazioni annuali per aumentare le tariffe, il settore su gomma non ha meccanismi simili, portando a un deficit crescente che penalizza i servizi.
Biglietto unico integrato – Faisa Cisal esprime favore per l’introduzione di un biglietto unico integrato, ma evidenzia la necessità di chiarire le fonti di finanziamento. Senza aumenti tariffari o contributi pubblici aggiuntivi, i costi potrebbero ricadere su lavoratori e cittadini, con il rischio di riduzione dei servizi. “Assolutamente favorevoli ai biglietti unici integrati, però bisogna capire chi mette i soldi. Perché se non si possono toccare le tariffe e non aumenta la contribuzione pubblica, alla fine pagano i lavoratori e i cittadini con la riduzione dei servizi”.
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