Recovery Fund, la Liguria chiede oltre un miliardo per i porti
di Redazione
La Regione entro l'8 settembre presenterà il proprio piano al governo. Ecco le opere al centro del progetto
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Entro l'8 settembre la Regione Liguria trasmetterà al Governo un piano complessivo di grandi opere e infrastrutture finanziabili dal Recovery fund, tra cui 600 milioni di euro per la nuova diga foranea del porto di Genova, 50 milioni per l'elettrificazione delle banchine dei terminal passeggeri di Genova e Savona e 400 milioni per progetti riguardanti l'ultimo miglio stradale, la sostenibilità ambientale e l'accessibilità nautica nei porti, come il prolungamento della diga di Vado. E' quanto emerso oggi pomeriggio a Genova dalla cabina di regia unitaria organizzata dalla Regione Liguria per 'conquistare' una parte dei 200 miliardi di euro di risorse destinate all'Italia dal Recovery Fund.
"Abbiamo voluto costruire una cabina di regia per poter fare le nostre proposte al Governo articolate secondo una scala di priorità condivise con le istituzioni del territorio - spiega Toti il coinvolgimento di Anci, province e Autorità portuali liguri -. Nel piano inseriremo tutte le opere strategiche d'interesse nazionale, di cui i ministeri di competenza sono già a conoscenza. Parlo della Pontremolese, delle reti infrastrutturali del porto di Genova, del raddoppio ferroviario di Ponente, le varianti Aurelia, così come il tunnel Armo-Cantarana o il tunnel della Val Fontanabuona".
"La nuova diga foranea di Genova e l'elettrificazione della banchine fanno già parte dei progetti presentati direttamente da Autorità portuale al Mit, affinché vengano inseriti all'interno del Recovery Fund", ribadisce Toti. Il piano comprenderà i due miliardi di euro di progetti già presentati dalla Città metropolitana di Genova, come lo sky tram della Val Bisagno o altri interventi di riqualificazione urbana.
"Abbiamo un polmone molto grande di 200 miliardi su cui puntare in un orizzonte temporale fino al 2026 - commenta il presidente dell'Autorità portuale del Mar Ligure Occidentale Paolo Emilio Signorini -. Il Recovery Fund ci consente di finanziare progetti anche ambiziosi liberando risorse nazionali nei nostri bilanci, che possono andare sui progetti a corto respiro".
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