Rapporto sull'industria nucleare: le rinnovabili corrono, l'atomo frena

di Andru

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Rapporto sull'industria nucleare: le rinnovabili corrono, l'atomo frena

Il 2024 è stato l'anno del sorpasso netto delle fonti di energia rinnovabile, spinte da costi in calo e batterie in forte crescita con costi ridotti del 40%. Rallenta il nucleare, che segna un record di produzione grazie alla Cina, ma non mostra una ripresa strutturale globale. È in sintesi quanto emerge dalle 589 pagine del Rapporto annuale sullo stato dell'industria nucleare nel mondo 2025 presentato oggi a Roma con un focus sull'Italia in cui si ricorda che il nostro Paese sta considerando un possibile ritorno all'energia nucleare in risposta alla crisi climatica e alla volatilità dei prezzi energetici puntando a una quota compresa nella forbice 11-22% di produzione elettrica da nucleare entro il 2050.

Il dettaglio - Tuttavia per l'Italia, si ricorda, le priorità restano rinnovabili, reti intelligenti e storage. Sul nucleare le preoccupazioni includono costi elevati e dipendenza da forniture estere di combustibile. La Russia, ricorda il rapporto, resta il fornitore chiave nella filiera del combustibile nucleare e guida l'export di reattori. Nel 2024, si legge nel rapporto, la produzione nucleare mondiale è aumentata del 2,9% e ha toccato un nuovo record con 2.677 terawattora (TWh) dovuto quasi solo alla Cina fuori dalla quale la produzione è calata del 14% rispetto al 2006 (-363 TWh). La quota del nucleare nel mix elettrico globale è scesa al 9% il valore più basso in 40 anni.

Le prospettive - Gli investimenti, l'anno scorso, sono stati 728 miliardi di dollari sulle rinnovabili non-idroelettriche, 21 per il nucleare. La nuova capacità è di 565 Gw tra solare ed eolico contro i 5,4 Gw netti nucleari con le prime due fonti che hanno generato il 70% in più di elettricità rispetto al nucleare. "Le prospettive indicano una rapida crescita delle rinnovabili e dei sistemi di accumulo, mentre il nucleare è alla ricerca di nuove soluzioni ma destinato a giocare un ruolo limitato fino al 2050" rileva Gianni Silvestrini, direttore scientifico di Kyoto Club, associazione che ha co-organizzato la presentazione del rapporto.

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