Raid vandalico al 'Da Vinci': i primi identificati sono minori, si indaga su altri attacchi simili
di R.C.
Gli investigatori stanno ora valutando se esista regia comune. Valditara: "Siano stati neofascisti o teppisti comuni, raid da condannare senza se e senza ma"
Le indagini sul violento assalto al liceo scientifico Leonardo Da Vinci compiuto sabato scorso hanno portato all’identificazione dei primi responsabili: secondo la Digos, si tratterebbe di un gruppo di minori. Le forze dell’ordine stanno ora cercando di risalire agli altri partecipanti, mentre emergono possibili legami con due episodi analoghi avvenuti di recente in altri istituti della città occupati da studenti anche per solidarietà con la popolazione di Gaza. Durante il raid, un gruppo di ragazzi armati di bastoni e tubi metallici ha forzato l’ingresso dell’istituto, distruggendo porte, vetri e arredi, urlando slogan fascisti e tracciando una svastica su un muro. L’episodio ha destato grande allarme, sia per la brutalità dell’azione sia per il chiaro richiamo ideologico.
Indagini e collegamenti con altri attacchi - Secondo la Digos, il blitz al Da Vinci non sarebbe un fatto isolato. Nelle settimane precedenti, due altri licei genovesi — il Calvino di Borzoli e il Nautico San Giorgio — erano già stati presi di mira con azioni simili, mentre erano in corso occupazioni studentesche a sostegno della causa palestinese. In particolare, al Calvino si sono verificati tre tentativi d’irruzione tra l’1 e il 3 ottobre, uno dei quali nella stessa serata di un corteo cittadino contro i bombardamenti su Gaza. Anche in quei casi, gli aggressori avevano lanciato bottiglie e oggetti contro l’edificio scolastico. Gli investigatori, scrive il Secolo XIX, stanno ora valutando se esista una regia comune dietro questi episodi. Alcuni inquirenti ipotizzano un movente politico di matrice neofascista, mentre la questura mantiene una linea più prudente, parlando di indagini “a 360 gradi”.
La pista dei “maranza” e i tempi della polizia - Subito dopo l’assalto, la polizia aveva ipotizzato il coinvolgimento di una baby gang, facendo riferimento al gruppo dei cosiddetti “maranza”, termine che però a Genova viene usato non in riferimento ai giovani di origine straniera, anche arrivati come minori non accompagnati, ma in modo generico per indicare bulli o giovani violenti. Intanto, restano dubbi sui tempi d’intervento delle forze dell’ordine: secondo gli studenti, la chiamata al 112 sarebbe partita ben prima dell’arrivo delle pattuglie, circostanza su cui sono in corso accertamenti.
Le prossime mosse della magistratura - La procura, che dovrà chiarire se a procedere sarà la magistratura minorile o anche quella ordinaria, attende il dossier completo della Digos. Oltre al reato di danneggiamento, si valuta la possibilità di contestare aggravanti per l’utilizzo di simboli neonazisti e slogan fascisti. Numerosi video, in cui diversi aggressori appaiono a volto scoperto, potrebbero portare presto a nuovi sviluppi.
Ministro Valditara - "Ieri ho condannato molto duramente questa invasione e devastazione. La Questura probabilmente dà una lettura diversa ma che siano neofascisti o teppisti comuni è un raid da condannare senza se e senza ma" ha dichiarato il ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, a margine della presentazione del suo libro "La rivoluzione del buonsenso" a Milano, rispondendo a una domanda sul raid all'interno di un liceo di Genova, con scritte e svastiche sui muri. "Nelle scuole va predicata la cultura della convivenza civile. Anche noi politica dobbiamo dare il buon esempio, basta considerare l'avversario come un nemico da abbattere, va contrastato nelle idee ma rispettato nella persona. Questo differenzia la democrazia dal totalitarismo" ha concluso Valditara.
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