Quello che significa il Salone Nautico Internazionale
di Paolo Lingua
Sappiamo che dal 16 al 21 settembre si svolgerà ma Genova il Salone Nautico Internazionale, giunto alla 61° edizione. Il Salone, a volerci riflettere, è di fatto l’unica iniziativa di vasto respiro sopravvissuta alla fine della Fiera Internazionale di Genova, i cui edifici sono stati demoliti spietatamente e velocemente in questi mesi per dar vita al Waterfront di Levante disegnato da Renzo Piano. Il Salone Nautico, dopo qualche anno di pausa e di rischio di recessione, torna ormai a essere la massima manifestazione commerciale e di immagine di Genova. Sappiamo in anticipo che sarà un evento da record: cresceranno gli spazi, il numero delle imbarcazioni e la qualità e la dimensione delle imbarcazioni esposte. Tutta Genova, ma anche tutta la Liguria, saranno collegate e funzionali anche in funzione turistica e non solo commerciale. Il Salone riprenderà – anche grazie alla ritrovata unità dei costruttori e degli armatori diportisti, dopo anni di divisioni e di contrasti – il suo iniziale splendore quando era considerato la “perla” della Fiera creata ai tempi del sindaco Vittorio Pertusio e che aveva avuto come suo presidente l’ex vicesindaco il prof. Giuseppe De Andrè, padre del famoso cantautore. La Fiera, è giusto ricordarlo, dagli anni Cinquanta sino a oltre la metà degli anni Novanta, era stata un fiore all’occhiello di Genova (e non solo per il Salone Nautico), ma occorre aggiungere che aveva tenuto a battesimo l’ Euroflora che nei prossimi anni tornerà a splendere recuperando gli spazi teatrali della Foce. Le iniziative minori sono declinate, come del resto in tutta l’Italia, perché le Fiere hanno accompagnato il periodo felice del “boom” economico italiano ma ora sono fisiologicamente declinate.
Dal punto di vista della promozione e dell’immagine la ritrovata unità dei costruttori del settore diportistico e il rilancio a 360 gradi del Salone è importante per l’immagine di una Genova che punta ormai alla ripartenza in coincidenza con lo sperato declino della pandemia. Il Salone ha un ruolo internazionale a tutti i livelli (qualità, design, tecnologica, articolazioni del mercato) ma è indubbio che consentirà una ricrescita della cantieristica locale che ha una tradizione secolare di eccellenza, oltre che un potenziamento dei porticcioli turistici, grazie a una settore imprenditoriale attratto dalle carattr8istiche peculiari della Liguria. Basterebbe pensare alla crescita degli attracchi della Liguria (in particolare del Ponente): basterebbe pensare soltanto all’investimento del Principato di Monaco sul porto di Ventimiglia recentemente inaugurato.
Il Salone quindi è una forte spinta, ma ci sono tutti i presupposti perché si riprenda, nei giorni dell’evento, una intensa presenza turistica e una vivace mondanità che, come in passato, può estendersi alle località turistiche delle vicine Riviere (basterebbe pensare soltanto il Tigullio), con un rilancio di alberghi e ristoranti. Ma possono essere messi a punti spettacoli e altre manifestazioni collaterali. In parole povere, il Salone rappresenta un sistema con un forte indotto articolato in molti settori. Senza contare che, come in passato, l’area nuova del Waterfront della Foce può prestarsi a importanti iniziative nel corso dell’anno, soprattutto nel settore del turismo nautico, da mostre dell’usato sino a iniziative commerciali di carattere complementare connesse alla costruzione di yachts e di altre imbarcazioni di tutte le dimensioni e prezzi. In parole povere Genova punta a recuperare in pieno la leadership del settore, anche grazie al nuovo assetto della parte turistica dello scalo, avendo l’obiettivo di poter accogliere anche i grandi panfili. E’ qualcosa di più d’una sommssa e un impegno di vasto respiro.
Condividi:
Altre notizie
Da Cingolani a Draghi, in attesa del Pnrr
08/02/2022
Il caos di destra e sinistra
07/02/2022
La gran confusione della politica
04/02/2022
Ariel Dello Strologo: conto alla rovescia
03/02/2022