Profumi e farmaci per bambini taroccati, maxi sequestro nel porto di Genova

di Fabio Canessa

1 min, 21 sec

Guardia di finanza e Dogane scoprono 10 tonnellate di prodotti potenzialmente pericolosi

Profumi e farmaci per bambini taroccati, maxi sequestro nel porto di Genova
[gallery type="slideshow" size="full" ids="66206,66205,66204,66203,66202,66201"] Farmaci per bambini di note marche 'taroccate', quindi potenzialmente pericolosi per la salute. E poi profumi coi nomi delle più prestigiose maison, anche questi contraffatti, privi delle certificazioni sanitarie. Prodotti che, una volta passati da Genova, erano pronti per essere venduti online, fruttando la bellezza di un milione di euro. A fermare il carico sono stati gli uomini della Guardia di finanza e i funzionari delle Dogane. La merce è stata scoperta e sequestrata nel porto di Sampierdarena su due container provenienti dagli Emirati Arabi e dalla Tunisia, entrambi con documenti falsificati. Sul primo sono state rinvenute 6 tonnellate di confezioni di profumi con packaging contraffatti di marchi di celebri case di alta moda del Made in Italy, come Armani e Roberto Cavalli, e maison straniere come Hugo Boss e Calvin Klein. Come accertato in seguito, i profumi, realizzati in assenza di qualsiasi garanzia sotto il profilo sanitario, rappresentavano prodotti estremamente pericolosi per la salute umana. Sul secondo container, destinato in Sudan, i finanzieri e i funzionari delle Dogane hanno individuato un carico di oltre 4 tonnellate di farmaci per bambini. Si tratta di prodotti molto diffusi, come Babytol (Vicks) e Vaseline (Uniliver), anch’essi contraffatti, realizzati in assenza di qualsiasi prescrizione sanitaria e potenzialmente pericolosi. Il sequestro ha permesso di impedire l’introduzione nel mercato nero di una grossa partita di farmaci che avrebbe sicuramente alimentato la diffusa vendita operata online dalle organizzazioni criminali su server esteri. In questo modo sarebbe stato semplice trarre in inganno anche i consumatori italiani ed europei, mischiandosi tra i prodotti legali. L’illecito business avrebbe fruttato oltre un milione di euro.