Primo maggio, festa a casa nel segno della speranza e della rinascita

di Paolo Lingua

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Primo maggio, festa a casa nel segno della speranza e della rinascita

L’origine della festa del lavoro 1° Maggio è tragica, come molti sanno. In quella data, nel 1867, ci fu una grande manifestazione di lavoratori a Chicago, città industriale d’avanguardia negli Stato Uniti. La manifestazione fu repressa dalla polizia con morti, feriti, arrestati, con successive catene di condanne, anche capitali. Come ricordo dei “martiri di Chicago”, la festa del 1° maggio venne istituita, nel significato che ha ancora oggi, a Parigi, nel 1889, in occasione della riunione della Seconda Internazionale Socialista. In Italia, nonostante l’opposizione del governo Crispi, iniziò dall’anno successivo. Negli anni seguenti, superate le opposizioni e i pregiudizi, divenne una istituzione di fatto. Dopo la sospensione nel ventennio fascista,  riprese dal 1945 in un clima di festa, di allegria e di partecipazione popolare. A Genova, città dove venne fondato nel 1892 il Partito Socialista, il 1° maggio ha sempre avuto una grande adesione e partecipazione. Genova è la città dove è nata l’industria moderna: meccanica, siderurgica, navale.

E’ la città dove è nata la Borsa e la Banca d’Italia e dove, da mille anni, si è sviluppata la moderna finanza oltre che il mercato merceologico mondiale. La festa del lavoro ha sempre accomunato tutte le fasce della popolazione, dagli imprenditori e dai manager sino agli operai, ai portuali, ai dipendenti pubblici per arrivare sino al vastissimo terziario. La solidarietà è sempre stata trasversale, in un clima di grande rispetto e di voglia di continuare a lavorare insieme. Non è retorica. E’ una realtà inconfutabile.

E il principio vale ancora di più per la giornata di oggi che cade in un momento storico che non avremmo mai potuto immaginare. Non è possibile una manifestazione pubblica di piazza, con saluti, canti e inni di gioia. Una festa della speranza e della fratellanza. Ma se è impossibile incontrarci fisicamente, il principio resta. Anzi è reso ancora più forte dalla voglia di ricominciare e di riprendere la vita di prima, credendo nel lavoro che chiave di volta della crescita e del progresso.

In questo momento di viva preoccupazione, è giusto dare un particolare riconoscimento, che è stato confermato a livello nazionale con la presenza delle maggiori autorità dello Stato, al completamento della struttura del ponte ex Morandi. E’ stata la prova della voglia di non arrendersi e di ricominciare, applicando un modello di gestione, non ci stancheremo mai di ripeterlo, quale quello del commissario straordinario. Non deve restare nella memoria collettiva come una eccezione nata da una vicenda drammatica. E’ statsa la dimostrazione che è possibile operare, in particolare nelle grandi opere pubbliche, con criteri – corretti e professionali e di difesa dell’alto livello tecnico – che consentano di superare tutti i mille inutili ostacoli della burocrazia e delle infinite leggi e leggine che rendono sovente impossibile certi aspetti della vita economica italiana. Non solo: sono stati zittivi gli inutili piagnistei e la voglia di discussioni e dibattiti infiniti (per non parlare di ricorsi e blocchi dei lavori) che tanto piacerebbero a una parte del mondo politico.

La festa a casa nel segno della speranza e la rinascita del ponte (dove nessuno si è fermato mai nemmeno oggi) sono gli aspetti più belli da sottolineare a da valorizzare. In questa chiave anche da parte nostra, emittente regionale che cerca di essere sempre presente per l’informazione attenta e per il servizio ai cittadini, vale la pena di formulare il più caloroso augurio a imprenditori, dirigenti, impiegati, operai di tutti i settori. Il futuro è nelle loro mani, perché operano tutti insieme. Al tempo stesso, meritano un augurio e una manifestazione di stima, apprezzamento, ammirazione e solidarietà i protagonisti del mondo della sanità, dell’assistenza e della medicina. Con un impegno sociale e morale senza limiti , fedeli al giuramento ippocratico, da più di due mesi combattono in prima linea un nemico misterioso e invisibile. Se usciremo dal tunnel del contagio in tempi accettabili sarà soprattutto merito loro. A tutti la solidarietà e la gratitudine di tutti, uniti in un grande cerchio armonioso di fratellanza.