Porto di Genova, Assagenti chiede risposte su governance e grandi opere
di Carlotta Nicoletti
Gianluca Croce: “Serve una guida stabile e certezze sui tempi. Il mercato non può aspettare”

Il porto di Genova è a un bivio: rilancio o stagnazione. A lanciare l’allarme è Gianluca Croce, presidente di Assagenti, che sottolinea l’urgenza di decisioni sulla governance e sulle infrastrutture. “Il fattore tempo non è più una variabile indipendente”, avverte, indicando la necessità di scelte rapide per evitare il declino, come riporta Ferpress.
Governance – Da oltre un anno, l’Autorità di Sistema Portuale di Genova e Savona è senza una guida stabile, con due commissari che operano in regime di ordinaria amministrazione. “Non è accettabile che il sistema portuale più strategico per l’economia italiana sia acefalo”, afferma Croce, ricordando che dal porto ligure transita il 35% del traffico container nazionale. La nomina di un nuovo presidente è ormai improrogabile per affrontare temi chiave come il piano regolatore, le concessioni e la gestione degli spazi.
Grandi opere – Le infrastrutture in costruzione, dalla nuova diga foranea al Terzo Valico, necessitano di aggiornamenti costanti. “Gli agenti marittimi devono poter comunicare ai clienti quando il porto sarà pronto per accogliere le grandi navi e i treni compatibili con il mercato”, spiega Croce. Servono certezze sui tempi per garantire la competitività dello scalo.
Il rischio – Il quadro geopolitico ed economico è in rapida evoluzione, e l’indecisione può costare cara. Con le elezioni comunali alle porte, il timore è che l’attenzione politica si sposti altrove, ritardando ulteriormente le decisioni strategiche per il porto.
L’appello – “Siamo pronti a collaborare, ma il mercato ha bisogno di certezze. Non domani, e forse nemmeno oggi. Ieri”, conclude Croce, ribadendo la necessità di un cambio di passo immediato.
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