Porti: Uilt, no a riforma che svenda portualità italiana. Mantenere controllo pubblico
di Stefano Rissetto
Il sindacato scettico sull’ingresso di capitali privati in un settore di interesse strategico nazionale

“Invece di pensare a svendere i porti sarebbe più utile concentrarsi su come garantirne la competitività, attraverso regole chiare di concorrenza e rafforzando la presenza pubblica e il ruolo di controllo delle Autorità di Sistema Portuale”.
Così in una nota il Segretario Generale Marco Verzari e il Segretario Nazionale Giuliano Galluccio della Uiltrasporti commentano le parole del Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini circa l’imminente approvazione della riforma dei porti aprendo così all’ingresso di capitali privati in un settore di interesse strategico nazionale.
“Le parole di Salvini dimostrano l’intenzione del Ministero di muoversi in questo ambito in totale solitudine, senza ascoltare la comunità portuale, che già più volte ha espresso le proprie perplessità su questa riforma.
I porti — e più in generale il demanio marittimo — costituiscono un elemento chiave per la nostra economia, per l’approvvigionamento energetico e, più in generale, per la sicurezza del Paese, per questo motivo continuiamo a sostenere con convinzione la necessità che il controllo di questo settore rimanga in capo alla gestione pubblica.
Non è possibile anche solo immaginare un’operazione che, di fatto, sottrarrebbe al controllo pubblico un asset strategico per l’interesse nazionale, specialmente in una fase storica come quella attuale, in cui il modello dell’economia globalizzata sembra aver fallito, e si sta tornando verso modelli più “regionalizzati”, come il nearshoring e il friendshoring.
Occorre rilanciare il coordinamento tra i porti, possibile solo attraverso un ministero vigilante, dotato di una struttura tecnica adeguata e di pieni poteri di indirizzo e vigilanza.
Piuttosto che avventurarsi in fantasiose riforme – concludono Verzari e Galluccio – chiediamo al legislatore di ripartire dalle richieste concrete del mondo portuale: più tutele sociali e più sicurezza. Elementi che possono essere garantiti solo dal mantenimento del controllo pubblico dei porti”.
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