Ponte Morandi, Autostrade risarcisce 500 commercianti e chiude i rubinetti
di Fabio Canessa
3 min
Nella clausola stop contributi fino ad aprile 2020: "Poca roba, ma è l'unico aiuto che riceviamo"
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Sono più di 500 i commercianti della zona arancione che hanno chiesto ad Autostrade il terzo contributo per i danni provocati dal crollo di ponte Morandi. Il 7 agosto sarà l'ultimo giorno di apertura per lo sportello allestito alla scuola Caffaro di via Gaz a Certosa. Poi i rubinetti resteranno chiusi per mesi, come prevede una clausola specificata nel documento che i titolari sottoscrivono per incassare le erogazioni volontarie.
"Prevediamo di soddisfare tutte le richieste - spiega Massimo Iossa, direttore marketing di Autostrade che coordina l'ufficio improvvisato nei locali della scuola - Per ognuno analizziamo i documenti che testimoniano il giro d'affari, a quanto ammonta il fatturato, le perdite registrate e i margini di guadagno. Sulla base di queste valutazioni definiamo il contributo. Poi il titolare può decidere di accettare o no. Ma ad oggi abbiamo un'adesione pressoché totale".
I risarcimenti vanno da un minimo di 3.500 a un massimo di circa 40mila euro, ma sono poche le attività a raggiungere queste cifre, in particolare i supermercati con maggiori superfici di vendita. Autostrade non comunica a quanto ammontano i contributi pagati finora, mentre Iossa si limita a parlare di "decine di milioni". L'area individuata è più stretta della 'zona arancione' definita da Bucci e non comprende, ad esempio, la zona di via Brin.
A far temere i commercianti, comunque, è il passaggio nel modulo in cui si dichiara di accettare l'importo "in grado di neutralizzare i disagi subiti a causa delle modifiche alla viabilità almeno fino alla data del 30 aprile 2020". Una formula che non convince il comitato di via Fillak: "E se domani fossero esclusi altri indennizzi per aver firmato questa postilla?", si chiede il presidente Ivan Spagnolo.
L'accordo non è 'tombale' e, secondo gli avvocati consultati dai negozianti, non esclude futuri risarcimenti in sede civile. Facile immaginare, però, che la strategia di Autostrade abbia anche lo scopo di scoraggiare azioni legali autonome o di categoria. "Noi non abbiamo fatto questo tipo di valutazioni - replica Iossa - Questi sono contributi volontari e prescindono da qualsiasi assunzione di responsabilità. Abbiamo visto che la comunità era in difficoltà e abbiamo deciso di dare una mano".
"C'è un paziente da rianimare che va intubato per tenerlo in vita, loro spendono qualche migliaio di euro perché non muoia, ma per svegliarsi dal coma si dovrebbe fare di più - spiega in metafora Spagnolo - Speriamo che questa data, il 30 aprile 2020, venga rivista. Anche perché le persone finiranno questi soldi tra poche settimane e poi tornerà tutto come prima".
Dalle parti di via Fillak, infatti, non regna ottimismo. "Questi soldi sono poca roba. Io lavoro con allestimenti auto per disabili, dopo il crollo ho avuto un calo di fatturato del 60%, non so nemmeno se riuscirò a tenere aperto", spiega Roberto , proprietario di un'officina a Rivarolo. "A essere sincero, però, gli unici aiuti li ho ricevuti da Autostrade. Dagli enti pubblici non ho ancora visto nulla".
E come lui sono tanti ad assicurare che i contributi previsti dal Decreto Genova non sono mai arrivati. I pagamenti dei contributi 'una tantum' da 15mila euro sono fermi a quota 184, come comunicato dal commissario all'emergenza. Tempi che si dilatano, mentre qualcuno non è riuscito a stringere i denti.
"Avevo un negozio di abbigliamento in via Fillak, ma è chiuso da fine gennaio. Mi hanno staccato la luce, sono indietro con gli affitti. Con quest'ultima tranche non riesco nemmeno a coprire gli arretrati", racconta Mary Nasta. "Riaprire? Impensabile, la strada è completamente deserta, non c'è passaggio. Dovrei aprire solo per pagare le bollette, ma non avrei clienti. Purtroppo le perdite andrebbero conteggiate da novembre, non da fine agosto. C'è tanta tristezza".
Fabio Canessa
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