'Ponte' in porto a Genova, i sindacati a Rixi: "Le ferie sono un diritto, servono assunzioni"

di Fabio Canessa

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Dopo l'attacco del viceministro a Telenord: "Serve più flessibilità nei contratti"

'Ponte' in porto a Genova, i sindacati a Rixi: "Le ferie sono un diritto, servono assunzioni"
È scontro sul tema del lavoro festivo per il personale delle Dogane che effettua i controlli in porto. I sindacati levano gli scudi dopo le parole del viceministro Edoardo Rixi a Telenord, che ha invocato "più flessibilità" e messo sotto accusa "i contratti collettivi nazionali" sulla scia di Spediporto che aveva denunciato il blocco delle merci a Genova durante il ponte del 25 aprile. "In questi ultimi giorni abbiamo assistito all’ennesimo attacco rivolto al personale doganale, a cui si è addossata parte della responsabilità dei presunti ritardi nella consegna della merce in arrivo o in partenza da Genova - scrivono le sigle di categoria Fp Cgil, Fp Cisl, Uilpa, Confsal/Unsa Flp - Una circostanza che tra l’altro non trova alcun riscontro, in quanto tutte le ferie sono sempre state programmate in funzione della garanzia dei servizi". I sindacati parlano di "dichiarazioni propagandistiche" e rispondono punto per punto: "Innanzi tutto il servizio reso dal personale doganale durante tutto l’anno, copre un arco orario di circa 10 ore giornaliere e in alcuni casi è articolato su turni H24". Poi denunciano "la mancanza di organico e di risorse umane e finanziarie necessarie per far funzionare una dogana importante e complessa come quella di Genova. Le Dogane genovesi hanno una carenza di organico di circa il 25% sulla base di una stima di fabbisogno già datata al 2016". Nel Decreto Genova, ricordano i sindacati, era stata autorizzata in via eccezionale l’assunzione di 60 nuove unità da destinare alle Dogane genovesi, "ma ad oggi è ancora tutto fermo perché lo stesso Governo, di cui fa parte il viceministro Rixi, nella legge di bilancio ha deciso di rimandare tutte le assunzioni del pubblico impiego a fine anno 2019 (comprese quelle già autorizzate riguardanti il personale delle Dogane, ovvero circa 700 unità a livello nazionale, più le 60 emergenziali per il Decreto Genova). "Nell’ultimo Decreto Crescita approvato a fine aprile lo stesso Governo ha deciso di tagliare ben 50 milioni di euro destinati al funzionamento delle Agenzie Fiscali (comprese le Dogane). Come pretendiamo possano funzionare? Dove era il Viceministro quando il suo Governo ha emesso questi provvedimenti? Quante dichiarazioni ha fatto sui mezzi di informazione per difendere la tipicità del lavoro doganale collegata sempre più a fattori economici del Paese?", prosegue la nota. "Il personale delle Dogane non ha bisogno di vedersi negare i propri diritti contrattuali, ma ha bisogno della massima attenzione da parte della politica. Sia il nostro CCNL che i successivi contratti integrativi, hanno sempre messo al centro prima di tutto il servizio pubblico e la difesa di quel servizio rivolto ai cittadini e agli operatori di settore". "Invitiamo il viceministro, prima di fare dichiarazioni su materie che non conosce, a informarsi e a verificare anche i dati, visto che il 90% delle dichiarazioni doganali che vengono effettuate nel Porto di Genova sono svincolate in tempo reale per effetto dell’analisi automatica effettuata dal sistema informatizzato di controllo dell’Agenzia delle Dogane e che solo il 10% circa delle dichiarazioni presentate è sottoposta a un livello di controllo documentale o fisico delle merci. I controlli pertanto sono così mirati, non invasivi e tengono anche conto delle rotte cosiddette a rischio". "Basta con l’ambiguità di questo Governo che da una parte taglia sul pubblico impiego e dall’altra pretende maggiori prestazioni e raggiungimento di obbiettivi elevati. Da tempo oramai gli obbiettivi produttivi sono sempre più sfidanti e il salario accessorio collegato si abbassa di anno in anno. Le parole d’ordine sono: assumere, investire ed incentivare", concludono i sindacati.

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