Peste suina, Ferrari (Istituto Zooprofilattico): "È uno dei tre flagelli, si rischiano ripercussioni gravissime"
di Edoardo Cozza
Al tavolo della Regione anche Moschi (servizio veterinario di Alisa): "Era due anni che temevamo questa possibilità: c'erano focolai in tutta Europa"
Al tavolo organizzato dalla Regione Liguria per fare il punto della situazione sull'epidemia di peste suina che ha coinvolto l'entroterra ligure e il basso Piemonte hanno partecipato anche i membri dell'Istituto Zooprofilattico e di Alisa. A rappresentare il primo c'era Angelo Ferrari, che guida l'Istituto Zooprofilattico in Liguria, Piemonte e Valle d'Aosta: "Finora abbiamo riscontrato 8 casi, di cui 3 in Liguria. Perché le ordinanze restrittive? Non c'è pericolo per l'uomo, ma bisogna cercare di circoscrivere al massimo il contagio perché se venissero colpiti gli allevamenti suini si rischierebbero ripercussioni economiche gravissime. È uno dei tre peggiori flagelli per animali del genere".
Per Alisa presente Roberto Moschi, responsabile del servizio veterinario: "Ora faremo un'ordinanza per chiarire i comportamenti e le regole da seguire, poi in tre settimane contiamo di concludere le battute per trovare gli animali morti per esaminarli. Eravamo preparati a tutto questo: sono due anni che in Europa si vivono situazioni simili per focolai di questo genere e quindi ci eravamo attivati".
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