Parte la demolizione di ponte Morandi con i vertici del Governo
di Paolo Lingua
2 min, 28 sec
Alla fine, dopo qualche incertezza, ci saranno il Presidente del Consiglio Conte e il Ministro delle Infrastrutture Toninelli al decollo, un po’ teatrale (ma era difficile immaginare il contrario), delle prime operazioni di demolizione di quel che resta del ponte Morandi, a cominciare dal troncone occidentale. Qui si continuerà a lavorare re soprattutto a demolire ancora per qualche mese prima di pensare alla realizzazione reale del nuovo ponte. Ma poi si procederà alla distruzione del troncone orientale sul quale però indaga ancora la procura della repubblica di Genova per puntualizzare le cause (e di conseguenza le specifiche responsabilità) del tragico crollo- Ci aspettano, lo diciamo senza ironia anche se oggi la politica, forse per crisi di immagine, è sempre alla ricerca della spettacolarità, ama le manifestazioni teatrali e, forse sarebbe meglio definirle, in cinemascope. E’ però vera una considerazione di fondo, per non sembrare polemici a tutti i costi. Il crollo del ponte, lo scorso 14 agosto, anche se le “voci” sulla sua fragilità erano diffuse, sia pure sottovoce, ha colto tutta la città – ma sarebbe più giusto dire tutta l’Italia- di sorpresa.
Ci sono stati, non va dimenticato, 43 morti, vittime assurde d’una logica assurda. In un certo senso, anche se la vita andrà avanti, la reale ferita non si rimarginerà mai, perché il disastro era certamente evitabile. Vedremo poi quali responsabilità od omissioni emergeranno. Il percorso della giustizia, inutile illudersi, sarà lungo e tutt’altro che agevole. Ci vorranno molti anni spalmati su tre gradi di giudizio, durante i quali legioni di avvocati, di periti e di tecnici si daranno battaglia. Ma forse questa immagine è meglio rimuoverla dalle nostre menti e dai nostri pensieri, per il momento, concentrandoci su quello che a cominciare da oggi e poi con la prima parziale conclusione di domani è l’inizio dell’opera che dovrebbe segnare emblematicamente la rinascita della città e del territorio. Non tutte le notizie sono buone. Si annunciano chiusure di piccole e medie imprese; prosegue la crisi commerciale dei quartieri colpiti direttamente e indirettamente dal crollo. Non finiscono le difficoltà e le tribolazioni degli abitanti.
Non va dimenticato che anche se sono stati individuati con rapidità e con intelligenza nuovi percorsi e strategie alternative di comunicazione, il viaggiare lungo la Val Polcevera e il traffico verso e da Ponente resta sempre una sofferenza. Basta poco per avere ingorghi e code. E i dati sui traffici portuale e sul turismo non sono incoraggianti anche perché sulla città pesa un’immagine negativa. Va bene dunque che domani al decollo simbolico dell’opera di demolizione, che poi vuol dire l’inizio della ricostruzione, ci siano ministri e leader che , in senso positivo, garantiscano la volontà di procedere con la maggior rapidità possibile a ridare a Genova l’immagine e soprattutto il servizio di cui la sua economia ha disperato bisogno. Il primo troncone del ponte che viene tagliato e demolito è più che un simbolo. Deve significare la fine di un incubo dal quale vorremmo svegliarci tuti con un sorriso-
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