Palasport e Waterfront, Piciocchi: "Operazione utile per la città, la sinistra dovrebbe ringraziare chi ha salvato un'area depressa e in abbandono"
di R.P.
"Noi riuscimmo a vendere l’immobile e ad avviare quell’ampia operazione di recupero a firma di Renzo Piano che è sotto gli occhi di tutti"
In un lungo post pubblicato sui social, Pietro Piciocchi – ex vicesindaco e assessore al Bilancio del Comune di Genova – è intervenuto nel dibattito acceso sul nuovo Palasport e sul progetto di rigenerazione del Waterfront di Levante. Al centro della polemica, le critiche della sindaca Silvia Salis e della sua coalizione, che secondo Piciocchi stanno “cavalcando il malcontento di parte del mondo del commercio come se fosse il malcontento dell'intera Città”.
L’ex vicesindaco ha voluto chiarire la genesi dell’intervento, rivendicando il lavoro svolto dalla Giunta Bucci a partire dal 2017, quando le aree dell’ex Fiera di Genova, incluso il Palasport, versavano in una situazione critica: “Il palasport… era ipotecato da parte di BNL, con un debito residuo di oltre 20 milioni di euro, ancora legato – pensate un po’ – alla costruzione del padiglione Jean Nouvel”.
Secondo Piciocchi, la precedente amministrazione di centrosinistra aveva tentato di valorizzare l’area per ripagare il debito, ma senza successo, lasciando il rischio concreto che l'intero complesso finisse all’asta. In quel caso, spiega, “gli spazi commerciali assentibili sarebbero stati addirittura oltre il doppio di quelli attuali!” in base al piano regolatore del 2015.
Grazie a un’operazione che ha coinvolto anche la Corte dei Conti, la Giunta Bucci sarebbe riuscita a sbloccare la situazione: “Riuscimmo a vendere l’immobile e ad avviare quell’ampia operazione di recupero a firma di Renzo Piano che è sotto gli occhi di tutti”. E ricorda che l’edificio del Palasport “era un edificio inagibile, inabitabile e a rischio crollo”.
Rispondendo a chi oggi critica l’inserimento di spazi commerciali nel progetto, Piciocchi sottolinea che “le più celebrate operazioni di rigenerazione urbana nel mondo… si accompagnano con l’inserimento di distretti e gallerie commerciali”. Porta ad esempio CityLife e Porta Nuova a Milano, ma anche Potsdamer Platz a Berlino, dove i centri commerciali convivono con spazi pubblici di grande qualità.
Con un pizzico di ironia, accusa alcuni esponenti dell’attuale amministrazione e del centrosinistra di fare “i fenomeni” col senno di poi, ricordando episodi simili già visti in passato: “Ricordo le previsioni catastrofiche quando lavoravamo al nuovo polo dell’ex mercato di Corso Sardegna… Eppure oggi abbiamo un’operazione perfettamente riuscita”.
Piciocchi conclude con un invito alla nuova amministrazione: “Dovrebbe ringraziare chi l’ha preceduta per tutto quanto è stato fatto in quell’area che tutti ricordiamo in abbandono, infinitamente triste e depressa”.
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