Opportunismo confusi e discussioni sulla Tav
di Paolo Lingua
2 min, 51 sec
C’è un celeberrimo adagio di Giulio Andreotti, secondo il quale “chi pensa male fa peccato, ma quasi sempre ci azzecca”. La vicenda della Tav con la mezza marcia indietro della Lega con l’equivoca dichiarazione del “mezzo stop” induce a pensare che la questione sia stata una sorta di compromesso sulla decisione pasticciata del M5s a dire no alla richiesta di incriminazione nei confronti del ministro dell’Interno. Sono due scelte che hanno creato non pochi problemi all’interno dei due partiti di governo che però, nonostante i contrasti e le mezze brutte figure, sembrano intenzionati ad andare avanti insieme a testa bassa, anche alle elezioni europee.
Dall’Europa piovono critiche sulla situazione economica e finanziaria, all’Interno del governo si è agitati, Ma Salvini e Di Maio proseguono a braccetto. Nel contempo emergono, a livello locale (ligure per intenderci), nuove valutazioni con ricaduta territoriale nel caso del blocco della Tav Torino – Lione. Secondo certi ambienti del settore dello shipping ligure, il blocco della discussa linea ferroviaria sarebbe un bene per Genova perché rilancerebbe il ruolo dello scalo ligure nel Mediterraneo nord occidentale a scapito d’una Marsiglia che rialza la testa dopo un lungo periodo di crisi. Marsiglia ha rialzato, per certi settori, la testa rilanciando il settore delle riparazioni navali. Genova avrebbe un potenziale eccellente, come qualche manager in passato aveva valutato, ma la miopia di gestione dell’Autorità portuale e dei sindacati hanno bloccato la privatizzazione e la fusione con i privati già operanti e ormai rivolti a Marsiglia.
In questo tipo di scelte la burocrazia genovese si paralizza per non avere il coraggio di buttare all’aria vecchi schemi di gestione ormai arrugginiti. In questa chiave, dove opportunismo e pavidità localistiche si sommano, emergono le sommesse dichiarazioni che suonano quasi a favore del “no” alla Tav. E’ un tentativo di ingraziarsi Toninelli? Può darsi, ma non è vero che Genova potrebbe guadagnare dal blocco della Tav. La Torino – Lione è solo una tranche del percorso. Il progetto vede, in chiave europea, la prospettiva di arrivare a Trieste e poi di proseguire verso Oriente sulla linea della futura “Via della Seta”. Poi occorre riflettere che esiste già un asse di alta velocità (o capacità come si preferisce) che riunisce Parigi con Marsiglia passando per Lione. Se poi si raddoppierà finalmente la Genova-Ventimiglia e il Terzo Valico raggiungerà Milano ecco che, nel volgere di pochi anni, si costituirebbe un intreccio di comunicazioni su rotaia con un potenziale eccezionale, oggi non calcolabile materialmente, che farebbe confluire una grandissima quantità di merci e di trasporti in un super-quadrilatero di comunicazioni che sarebbero in grado di sfruttare mezzi di ultima generazione capaci di unire la quantità con la qualità.
Genova ci guadagnerebbe? Senza dubbio perché vedrebbe potenziata la sua posizione geografica più strategica di quella di Marsiglia che certamente si accoderebbe, ma che comunque sarebbe un passo indietro rispetto allo scalo ligure più vicino al centro dell’Europa. La questione, che a livello nazionale il M5s non valuta, non è tanto il mercato attuale, bensì il potenziale che si svilupperebbe sapendo di disporre d’un sistema più efficiente e comunque collegato in tutte le direzioni. Il sistema dei trasporti via mare, collegato razionalmente con le comunicazioni via terra, è la chiave del futuro sviluppo economico che consente di tenere unite le economie tradizionali occidentale con quelle prepotentemente emergenti del Far East. E’ un mezzo difficile da governare, ma quando lo si può gestire si è vinta la partita.
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