Obiettivi climatici, la corsa dell’intelligenza artificiale spinge l’uso dei combustibili fossili

di Andy Woodrook

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Obiettivi climatici, la corsa dell’intelligenza artificiale spinge l’uso dei combustibili fossili

L’esplosione della domanda energetica legata all’intelligenza artificiale rischia di compromettere gli obiettivi climatici mondiali e prolungare la dipendenza dai combustibili fossili. È quanto emerge da due nuovi rapporti pubblicati mercoledì, analizzati dal sito The Guardian, che segnalano come le compagnie elettriche statunitensi stiano tornando al carbone e al gas per soddisfare l’impennata dei consumi dovuta ai data center di grandi aziende tecnologiche.

Data center e domanda energetica – Le previsioni indicano che migliaia di centri dati ad alto consumo di energia e acqua entreranno in funzione nei prossimi anni per sostenere la crescente infrastruttura dell’intelligenza artificiale. Secondo gli analisti, questa tendenza rappresenta una brusca inversione rispetto alle precedenti stime di una crescita elettrica moderata e progressiva, mettendo a rischio gli impegni di molte nazioni nella transizione verso fonti pulite. L’amministrazione guidata da Donald Trump ha espresso entusiasmo per il ruolo che l’AI potrebbe avere nel rilanciare il carbone e altri mercati fossili statunitensi.

Il rapporto – Secondo Prakash Sharma, vicepresidente per scenari e tecnologie della società di consulenza energetica Wood Mackenzie, “passare da un sistema di generazione tradizionale a uno profondamente decarbonizzato e resiliente si sta rivelando molto più complesso che aggiungere megawatt”. L’analisi dell’azienda ha stabilito che nessuno dei principali Paesi industrializzati – tra cui Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti – è attualmente sulla traiettoria per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni previsti per il 2030. Tuttavia, lo studio afferma che, con “un’ambizione straordinaria” e investimenti rapidi nelle rinnovabili, il riscaldamento globale potrebbe essere limitato a 1,5 gradi Celsius entro il 2060.

Tornare a Parigi – L’intesa siglata nel 2015 nella capitale francese puntava a contenere l’aumento della temperatura terrestre sotto i 2 gradi rispetto ai livelli preindustriali, idealmente a 1,5, per garantire condizioni di vita sostenibili. Per raggiungere tale obiettivo, gli scienziati stimano che entro il 2050 l’economia globale debba raggiungere la “neutralità carbonica”, ovvero un equilibrio tra emissioni prodotte e gas serra assorbiti da ecosistemi naturali.

Investimenti e disuguaglianze – Gli Stati Uniti risultano avere il divario più ampio tra gli investimenti attuali e quelli necessari per raggiungere le emissioni nette zero. Il Paese dovrebbe aumentare del 76% la spesa per la riduzione delle emissioni, più del doppio rispetto all’Unione Europea e due volte e mezzo rispetto alla Cina. “Una nuova leadership climatica sta emergendo”, ha dichiarato Sharma, sottolineando che “mentre gli Stati Uniti puntano sui combustibili fossili e spingono gli alleati ad acquistare gas naturale liquefatto, la Cina assume il ruolo di guida nella transizione a basse emissioni grazie a veicoli elettrici, solare e rinnovabili”.

L'analisi che preoccupa – Un’analisi di John Fleming e Jean Su, pubblicata dal Center for Biological Diversity, evidenzia che la crescita dei data center alimentati da fonti fossili “minaccia di sabotare gli obiettivi climatici già in difficoltà del Paese”. I due ricercatori stimano che, se la tendenza proseguirà, gli altri settori dell’economia statunitense dovranno ridurre le proprie emissioni del 60% per rispettare gli impegni. “Un boom dell’AI alimentato dal gas ci farà superare qualsiasi possibilità di mantenere gli obiettivi climatici o un futuro sicuro per il pianeta”, ha affermato Fleming, auspicando che “l’espansione dei data center avvenga solo con energia pulita e rinnovabile”.

Politiche locali – McKenna Beck, esperta di soluzioni climatiche presso il Natural Resources Defense Council, ha condiviso la preoccupazione, avvertendo che l’attuale crescita della domanda di energia per l’AI rischia di compromettere anche gli impegni climatici a livello statale. “I rapporti confermano ciò che osserviamo sul campo: molti Stati rischiano di fare marcia indietro”, ha dichiarato Beck, citando il caso della Carolina del Nord che ha cancellato i propri obiettivi climatici per il 2030 a causa dell’aumento dei consumi elettrici. Secondo Beck, con incentivi e regole adeguate, la richiesta energetica dell’AI potrebbe diventare un motore per l’energia pulita. Tuttavia, ha aggiunto che “con un’amministrazione impegnata a frenare le rinnovabili, le politiche più efficaci dovranno nascere a livello locale”.

 
 

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