Nuovo Ponte, al lavoro ai tempi dell'emergenza Covid-19
di Michele Varì
I timori dei lavoratori, molti arrivano da Lombardia e Veneto. Parla un tecnico
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La schiera di operai che lavora al nuovo ponte di Genova da alcuni giorni è decimata, molti trasfertisti provenienti dalle ex zone rossa di Lombardia e Veneto, ma anche dal meridione, sono rimasti a casa per prevenire il contagio. A questi se ne sono aggiunti altri fermati dal titolare della Cossi di Sondrio, gesto coraggioso per tutelare la salute dei dipendenti.
Difficile contare quanti operai mancano all'appello in Valpolcevera. L'emergenza coronavirus inevitabilmente rallenterà la fine di una delle opere le fra più attese in Italia che nel prossimo fine settimana celebrerà il varo della maxi campata sulla ferrovia.
La possibilità di uno stop è riferita a Telenord da un tecnico responsabile delle saldature del nuovo ponte intercettato nei pressi della sua abitazione a Sestri Ponente nel corso di un sondaggio fra gli abitanti sull'emergenza sanitaria.
Il tecnico, un bergamasco trapiantato a Genova, orgoglioso di lavorare in questa opera, ha anche confermato quanto detto dal commissario Marco Bucci: “Per prevenire i contagi all'ingresso del cantiere ci viene misurata la febbre e siamo stati tutti dotati di mascherine, gel igienizzanti e guanti. Insomma il cantiere è in perfetta sintonia con le prescrizioni dettate dal decreto ministeriale”.
La struttura del commissario straordinario per il Ponte Marco Bucci non conferma lo stop perché ora concentrata sulla posa della maxi campata: "Il ministro De Micheli non intende fermarsi" ribadiscono, anche se l'emergenza sanitaria viene valutata con molta attenzione, giorno per giorno.
Fra i timori anche quelli di un possibile infortunio nel cantiere che costringerebbe l'infortunato ad accedere in uno dei pronto soccorso oggi dedicati quasi esclusivamente all'emergenza coronavirus.
La conferma di questo arriva da Federico Pezzoli, segretario dei lavoratori dell'edilizia Fille Cgil della Liguria: “Il cantiere del ponte è all'avanguardia per quanto riguarda le misure di prevenzione sul coronavirus. Sulla possibilità di uno stop per un paio di settimane non sappiamo nulla, sappiamo che a livello ministeriale si vuole andare avanti in tutte le grandi opere, anche se a mio avviso una pausa potrebbe essere una decisione di buon senso visto lo stato di emergenza sanitarita in cui si trova il Paese. Non crediamo che fermarsi per 15 giorni rivoluzionerebbe o comprometterebbe il futuro del cantiere nè tantomeno stravolgerebbe le scadenze previste per il fine lavori”.
Pezzoli poi poi fa un plauso al titolare della ditta Cossi di Bergamo, città nella prima zona rossa Covid-19, che per tutelare i propri dipendenti ha sospeso il loro impiego nel cantiere del ponte, dove la Cossi era una delle ditte in sub appalto più importanti, “quei lavoratori saranno sostituti da una quindicina di operai che operano nel cantiere dell'alta velocità in basso Piemonte”.
Il cantiere del Ponte sino ad oggi non si è mai fermato, ad eccezione di una settimana per le festività di Natale.
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