NME Transpotec: studio Coppola su TPL, scenari e obiettivi al 2026-2030

di Carlotta Nicoletti

2 min, 26 sec

L’obiettivo del meno 10% di traffico automobilistico al 2026 a favore del trasporto pubblici appare al momento irraggiungibile

NME Transpotec: studio Coppola su TPL, scenari e obiettivi al 2026-2030

 

 Come il TPL affronta la sfida del futuro al 2026 e al 2030?  NME-Next Mobility Exhibition ha dedicato un’intera sessione di dibattito alla presentazione dello studio di Pierluigi Coppola, professore ordinario del Dipartimento Meccanica Politecnico Milano, che ha affrontato proprio il tema di prevedere gli scenari futuri del settore.

Il primo dato è pessimistico: l’obiettivo del meno 10% di traffico automobilistico al 2026 a favore del trasporto pubblici appare al momento irraggiungibile, secondo lo studio, che evidenzia come il TPL debba aumentare di 10 miliardi di passeggeri-km (che equivale a + 25% in termini di volumi di traffico) per raggiungere l’obiettivo.

Lo studio esamina anche le prospettive complessive del settore, che ha dovuto subire anche le conseguenze dell’evento pandemia che ha portato ad una riduzione strutturale della domanda di trasporto pubblico e conseguentemente dei ricavi delle aziende. Lo studio stima che tra il 2020 e il 2022 il TPL abbia sopportato perdite per 4,7 miliardi di euro (compensate con ristori statali per 3,2 mld), che hanno comunque creato uno sbilancio di 1,5 mld.

Le aziende hanno poi subito le conseguenze degli eventi imprevedibili degli ultimi tempi, tra cui una forte ripresa dell’inflazione che ha riguardato soprattutto le fonti energetiche: il prezzo del metano per autotrazione è più che raddoppiato, raggiungendo punte del + 170%, mentre anche l’energia elettrica ha subito aumenti del + 80%. Lo studio stima perciò un aumento dei costi di trazione per 550 milioni di euro l’anno, e prevede due scenari, uno ottimistico nel caso le aziende raggiungessero un obiettivo del 70% del rinnovo del parco mezzi con la transizione all’elettrico e l’altro pessimistico in cui la percentuale restasse ferma al 20%. Infine, sono anche da considerare gli aggravi di costi operativi di gestione delle infrastrutture tramviarie o ferroviarie che pure sono state attese per anni; sono previste la realizzazione di 113 km di nuove linee metropolitane e 300 km di linee tramviarie (per un totale di 413 km), i costi di investimento per la gestione delle nuove linee accendono per le aziende- secondo lo studio – a circa 18 milioni di euro.

Lo studio propone varie soluzioni e vari scenari, in particolare partire dall’aumento delle risorse necessarie per il Fondo nazionale trasporti per sostenere un’offerta di trasporto pubblico di qualità; ma occorre puntare anche sullo sviluppo di nuove competenze per nuove infrastrutture e nuovi servizi; e infine puntare anche ad approcci innovativi per innescare dinamiche di shift modale e un cambio di comportamenti, per i quali appaiono essenziali non solo nuovi strumenti come i MaaS, ma anche azioni di “spinta gentile” (nudging) nei confronti degli utenti, che rappresentano una nuova frontiera di ricerca su cui sta lavorando in particolare il Politecnico di Milano.

Dopo l’esposizione dello studio, i risultati sono stati commentati in un dibattito cui hanno partecipato Stefano Rossi, vicepresidente di Agens; Giuseppina Gualtieri, vicepresidente di Asstra; e Nicola Biscotti, presidente di Anav.

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