Nel Mare del Nord l’eolico offshore incontra l’acquacoltura, prime coltivazioni di alghe tra le turbine olandesi
di Andy Woodrook
Un progetto sperimentale nei Paesi Bassi integra produzione di energia e coltivazioni marine, aprendo la strada alla nuova economia blu europea
Nel parco eolico offshore Hollandse Kust Zuid, al largo dei Paesi Bassi, è stata raccolta la prima coltivazione sperimentale di alghe tra le turbine. L’iniziativa, riportata nei dettagli da Euronews, nota piattaforma informativa paneuropea in lingua inglese, rappresenta un passo pionieristico verso l’integrazione tra energia rinnovabile e acquacoltura, con l’obiettivo di coniugare sostenibilità ambientale e nuove opportunità economiche.
Piattaforma sperimentale – A diciotto chilometri dalla costa olandese, le pale eoliche di Hollandse Kust Zuid girano senza sosta, producendo energia rinnovabile nel più grande parco eolico offshore al mondo realizzato senza sussidi pubblici. Tra le imponenti strutture è però in corso anche un diverso tipo di raccolto: quello delle alghe coltivate a North Sea Farm 1, una piantagione sperimentale di cinque ettari che ha appena portato a termine il suo primo raccolto.
Sfida tecnica – A differenza delle coltivazioni costiere, che soffrono la scarsità di spazi e l’intensa attività umana, le aree offshore offrono acque più tranquille e libere dal traffico navale. Tuttavia, comportano difficoltà tecniche e costi maggiori. “È molto più impegnativo da un punto di vista tecnico” ha dichiarato a Euronews Eef Brouwers, direttore generale della non profit North Sea Farmers che gestisce il progetto. “Il mare è più mosso, l’acqua più profonda e servono più materiali. Ma a terra lo spazio è limitato. Per crescere nei prossimi 10-20 anni serve un’altra soluzione. Per questo dobbiamo sperimentare in mare aperto”.
Blue economy – L’esperimento mira a dimostrare non solo i benefici ecologici della coltivazione offshore — come l’assorbimento di anidride carbonica e il sostegno alla biodiversità marina — ma anche la sua sostenibilità economica. Secondo l’esperto irlandese Mike Sammon, consulente di Simply Blue, i primi risultati sono incoraggianti: “Le alghe sono cresciute molto bene e rapidamente. Quindi sì, può funzionare”. Le corde utilizzate per la coltivazione ospitano inoltre piccoli mitili, aprendo alla prospettiva di fattorie marine multi-specie all’interno dei parchi eolici.
Finanziamenti – Il progetto ha ricevuto 2 milioni di euro dal fondo Right Now Climate di Amazon, destinati a sostenere la ricerca sui benefici ambientali dell’acquacoltura offshore. Come ha sottolineato a Euronews Jasmine Hyman, responsabile del fondo, le domande cruciali riguardano “il potenziale di sequestro del carbonio, i benefici per la biodiversità e le ricadute per le persone che utilizzeranno questo biomateriale”.
Ricerca europea – In parallelo, altri progetti finanziati dall’Unione Europea stanno lavorando per rendere più efficiente e scalabile la coltivazione marina in mare aperto. Tra questi ULTFARMS, che in Germania sperimenta nuove soluzioni tecniche. “Abbiamo bisogno di più dati” ha spiegato alla piattaforma paneuropea l’esperta Eva Strothotte, responsabile dei siti pilota. “Le compagnie assicurative hanno bisogno di certezze. Bisogna capire se possiamo produrre abbastanza alghe da creare un vero modello di business e come monitorare al meglio le coltivazioni”.
Formazione – ULTFARMS coinvolge anche studenti del Lernwerft Club Of Rome School, impegnati nel monitoraggio sperimentale delle alghe. Gli alunni fotografano e analizzano la crescita delle piante marine, contribuendo con dati concreti agli studi scientifici. “È un campo di ricerca importante e ci entusiasma farne parte già a scuola” ha dichiarato lo studente Ole Carnehl a Euronews. L’interesse per le alghe cresce anche tra i cittadini. Alla mostra SeaLevel di Kiel, in Germania, i visitatori possono scoprire come da queste colture derivino integratori alimentari, fertilizzanti, alternative alla plastica e persino pesticidi naturali.
Prospettive – Secondo Brouwers, l’acquacoltura offshore potrà offrire un’alternativa più sostenibile e stabile alla raccolta di alghe selvatiche già utilizzate in diversi settori europei. “Puoi sostituire imballaggi in plastica, fertilizzanti e pesticidi” ha ricordato al noto sito in lingua inglese. “Questi prodotti esistono già, ma non ancora da alghe coltivate in Europa. È ciò che vogliamo cambiare”. Con la domanda di materiali sostenibili in crescita e lo spazio marino sempre più conteso, la combinazione tra energia eolica e coltivazioni marine si profila come una componente decisiva della transizione verde europea.
Per restare sempre aggiornati sulle principali notizie sulla Liguria seguiteci sul canale Telenord, su Whatsapp, su Instagram, su Youtube e su Facebook.
Condividi:
Altre notizie
Commissione Ue adotta Rapporto su mercato del carbonio 2025
04/12/2025
di R.S.
Nucleare, 15 milioni di euro di compensazioni per 100 Comuni italiani
02/12/2025
di R.S.
Inverno 2025: bollette del gas in calo, possibile risparmio fino a 354 euro
29/11/2025
di R.S.
